Sergio Batino rivendica di aver contribuito a tenere in piedi il Pd, ma denuncia troppe "invidie, ostilità, indifferenze"
Sergio Batino lascia la carica di segretario del Pd del Trasimeno: “Le profonde divisioni che ha vissuto e continua a vivere il Partito democratico umbro – spiega – rendono sempre più difficile un corretto e utile per i cittadini, funzionamento del partito”.
Nel Trasimeno nonostante l’approvazione unitaria di ripetuti documenti che avrebbe dovuto rilanciarne l’azione e la presenza nel territorio “resta l’impossibilità, a causa delle divisioni e dei pregiudizi – prosegue Batino – di svolgere qualsiasi attività politica che si confronti con serietà e assiduità ai tanti problemi che abbiamo di fronte”.
Come sarebbe stata necessaria una verifica ed un rinnovo complessivo di tutti i circoli e di tutte le istanze per permettere una vera ripartenza: “In troppe situazioni – lamenta Batino – i circoli non vengono, da molto prima del Covid, più riuniti e nei pochi incontri svolti, anche in questo periodo, non si affrontano problematiche di interesse del territorio in cui le persone vivono. I recenti congressi sono stati quindi l’ennesima occasione persa ma è da lì che bisogna ripartire”.
“Invidie, ostilità, indifferenze”
Da qui le dimissioni da segretario del Pd del Trasimeno: “Tra invidie, ostilità e indifferenza – prosegue Batino – si ferma il mio sogno di costruire un Trasimeno forte ed unito capace di far ascoltare le ragioni della propria gente e non più solo portatore di consensi. Le motivazioni che mi avevano portato ha candidarmi per dare dignità a questo territorio, che registra pesanti arretratezze anche rispetto al resto della regione, naufragano di fronte ad un partito che nei piccoli centri, come in Umbria e a livello nazionale, nonostante le sconfitte e le difficoltà elettorali, è ormai organizzato in gruppi, più attenti agli assetti rispetto ai problemi, che si muovono con logiche che non mi sono mai appartenute e contro le quali, mantenendo l’indipendenza personale, ho rinunciato a facili convenienze”.
Batino ricorda che negli anni il Trasimeno ha manifestato con numerosi documenti e di prese di posizione, di cui rivendica il protagonismo. E l’esigenza di un cambiamento profondo che mettesse al centro del dibattito il tessuto di centri urbani diffusi che caratterizza questa regione “e che si stanno spopolando di servizi, attività e popolazione”.
“Ricostruire”
“Resta l’esigenza – prosegue Batino – di costruire un Umbria veramente policentrica e fortemente innovativa che con la qualità riesca a sostenere lo sviluppo e a creare lavoro anche nelle piccole dimensioni. Non mi sembra che questo dibattito sia aperto nel Partito democratico né in altri partiti quando proprio l’Umbria per le sue ridotte dimensioni, per la sua storia civile e politica potrebbe essere quel laboratorio che serve ad un paese in difficoltà economica e sociale e già in crisi prima del Covid. L’Umbria deve veramente cambiare”.
Batino conclude con un appello a ricostruire: “Ricostruire idealità e valori, ricostruire dialogo e confronto, ricostruire obbiettivi e progetti. Su questo voglio impegnarmi e non riesco a trovare nella situazione politica attuale, e nei rapporti interpersonali con chi è necessario collaborare, le condizioni minime per provarci”.
Correnti e capibastone
“Sui problemi da quelli drammatici del lago, ai ritardi della sanità ed alle carenze delle infrastrutture, come su tutte le questioni che riguardano i diritti ed i servizi per le persone ci sarò sempre” annuncia Batino. Che dopo aver ringraziato quanti hanno consentito al Pd del Trasimeno di restare in piedi, conclude: “È un merito a cui non dobbiamo rinunciare come quello che rivendico personalmente di non avere mai risposto a capibastone o correnti. E questo si paga”.