Che gli Uffici Giudiziari del circondario di Spoleto (Tribunale, Procura della Repubblica, Ufficio di Sorveglianza, Giudice di Pace e Unep) siano in forte difficoltà per la carenza di personale non è una novità, e da molto tempo. Si potrebbe anzi dire che sin dalla famosa riforma nazionale del 2014, che ridisegnava, tra le altre, la mappa del sistema-giustizia in Umbria, aumentando le competenze territoriali degli Uffici (vedi appunto Spoleto), la carenza di personale è stata da subito la nota dolente di un progetto di efficientamento dell’amministrazione di Giustizia che sembra ancora oggi essere insormontabile.
E’ così che ognuno cerca di arrangiarsi come può, trovando aiuto e solidarietà tra le forze dell’Ordine, con i distacchi di personale negli uffici più gravati, ma soprattutto con la buona volontà delle Associazioni come quella dei Carabinieri in congedo di Spoleto.
La buona notizia infatti è che da martedì 19 settembre, l’Ufficio di Sorveglianza presso il Tribunale di Spoleto può godere dell’aiuto fattivo di una delle iscritte all’Associazione Nazionale Carabinieri di Spoleto, la signora Mirella Piantoni.
E’ stato infatti firmato un protocollo di intesa tra l’Associazione Nazionale Carabinieri, nella persona del suo presidente pro-tempore Sandro Leonardi, e la Dott.ssa Nicla Flavia Restivo, magistrato che guida la Sorveglianza, un ufficio con compiti di responsabilità niente affatto trascurabili. Alla firma del documento era presente anche il maresciallo della Stazione CC di Spoleto, Orlando Bassolino. In verità si tratta di un ritorno, perché da poco Mirella Piantoni è andata in pensione dopo una vita di lavoro passata proprio all’Ufficio Sorveglianza. Sulla sua competenza dunque non ci sono possibilità di dubbio.
Una goccia in un mare di difficoltà, che apre una strada alla collaborazione fattiva ed utile per cercare di trovare una soluzione pratica ad un problema atavico. Il tutto in forma assolutamente volontaria e senza nessun tipo di compenso.
Per meglio comprendere certe difficoltà operative è bene raccontare per sommi capi alcuni numeri che determinano il lavoro quotidiano dell’Ufficio di Sorveglianza, che si deve occupare con tempi certi di detenuti e Istituti penitenziari.
I detenuti sottoposti alla giurisdizione di Spoleto sono più di mille e sono ristretti nei Penitenziari di Spoleto, Terni ed Orvieto; inoltre lo stesso Ufficio deve seguire i condannati liberi, sottoposti a misure alternative, che domiciliano nei circa due terzi del territorio umbro. Numerosissimi sono anche quelli provenienti da regioni diverse e sottoposti a misure alternative presso le più popolose comunità terapeutiche dell’Umbria, come Ceis Spoleto, Cast Assisi, Comunità Incontro, Comunità La tenda di Foligno.
Per capire ancor meglio la progressione notevole della mole di lavoro, anno dopo anno, basta ricordare che nell’anno 2020 la Sorveglianza ha trattato 7.344 procedimenti, nell’anno 2021, 7.519, nell’anno 2022 6.682 e nell’anno in corso, il 2023, sino alla data dei primi di settembre, si è già arrivati a 4.692.
A fronte di tre magistrati è prevista la presenza di sole 4 unità di cancelleria su un organico che dovrebbe essere ufficialmente di 9 unità ma comunque dichiarato inadeguato ancor prima del 2016. Delle 4 unità, solo un direttore amministrativo svolge servizio a tempo pieno, mentre le restanti tre unità fruiscono anche di benefici che prevedono temporanee assenze (tipo la famosa e discussa Legge 104). Si era tentato recentemente di mitigare il problema grazie anche al protocollo d’intesa sottoscritto dalla Corte di Appello di Perugia con la Regione Umbria per il distacco di una unità operativa a Spoleto fino al 2025. Insomma una situazione al limite della sussistenza, dove l’arrivo della “volontaria” Mirella Piantoni porterà un po’ di sollievo effettivo in un contesto in cui il numero delle iscrizioni continua ad aumentare senza sosta.
A questo punto sarebbero necessarie almeno 3 nuove unità fisse che potrebbero invertire una tendenza che diventa sempre più una rincorsa per restare al passo con le necessità pratiche dell’Ufficio stesso. Magari rispolverando il Protocollo d’Intesa della Corte di Appello con la Regione Umbria, per non pesare sempre sulla buona volontà dei cittadini come Mirella Piantoni che dopo una vita di lavoro passata nello Ufficio Sorveglianza, sicuramente non desidera che gli Uffici Giudiziari di Spoleto abbiano delle difficoltà, o peggio, che a qualcuno venga in mente di ripensare al ruolo degli stessi, nella geografia giudiziaria della Regione.