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Tribunale Perugia “dissequestrate articoli su caso Bps” / Liberata l’informazione

“Dissequestrate gli articoli di Tuttoggi.info”. E’ in sintesi la sentenza emessa oggi dal Tribunale del Riesame di Perugia (i magistrati Giuseppe Narducci, Marco Verola e Clara Ciofetti) cui si era rivolto il nostro giornale per chiedere l’annullamento del dispositivo del gip di Spoleto che aveva accolto la richiesta del pm e oscurato i tre servizi pubblicati lo scorso agosto relativi alle intercettazioni che compaiono nell’inchiesta giudiziaria sulla Banca Popolare di Spoleto. Atti non più secretati e di cui erano stati ampiamente informati i 34 indagati. Insomma pubblicabili. Non per il Tribunale di Spoleto il cui provvedimento di oscuramento, innescato dalla denuncia dell’ex dominus Bps Giovannino Antonini, aveva sollevato l’allarme dell’Ordine giornalisti, Asu Umbria ma anche di Articolo21 di Giuseppe Giulietti, Libera Informazione di Santo Della Volpe e Ossigeno. Un caso nazionale, unico in Italia e che rischiava di creare un pericoloso precedente per il giornalismo d’inchiesta e per la stessa informazione. Stamani l’udienza, cominciata alle 9 e terminata una ventina di minuti dopo con il solo intervento del nostro legale, l'avvocato Salvatore Francesco Donzelli (il pubblico ministero non ha partecipato all’udienza). Alle 12 e’ stato reso noto il dispositivo firmato dal presidente Narducci, noto al grande pubblico per aver condotto anni indietro la coraggiosa inchiesta su Calciopoli. Leggiamo la sentenza: “La Sezione Penale e Riesame…in accoglimento dell’istanza di riesame proposta nell’interesse di Carlo Ceraso avverso il decreto di sequestro preventivo emesso dal Gip del Tribunale di Spoleto in data 10 dicembre 2013, revoca il sequestro preventivo disposto con l’impugnato decreto e conseguentemente ordina l’immediato ripristino della situazione precedente l’oscuramento degli articoli apparsi sulla testata on line di Tuttoggi.info”.
I commenti – “Finalmente e’ stata applicata la legge e quanto stabilito dal codice – ha detto l’avvocato Salvatore Francesco Donzelli – e’ rinato il diritto di espressione, di critica e di informazione illegittimamente conculcato. Attendiamo le motivazioni, ma siamo felici della decisione dei giudici del Riesame di Perugia”. “Il Riesame – dice il direttore Carlo Ceraso – ha ridato ‘luce’ ad una inchiesta giornalistica che, insieme al collega Sbardella del GdU, avevamo condotto su un caso di assoluta rilevanza sociale come quello sullo scandalo della Bps, quotata in Borsa, e della sua controllante, la Spoleto Credito e Servizi. Ma non di meno ha restituito la dignità professionale a tutti i giornalisti italiani. Attendiamo le motivazioni per poter commentare meglio la sentenza. Sono sinceramente grato all’avvocato Francesco Saverio Donzelli che ci ha difeso in giudizio con grande professionalità e passione trascorrendo le festività a scrivere l‘urgente ricorso, al presidente Dante Ciliani del’Ordine dei Giornalisti dell’Umbria, al Cnog e alla presidente Marta Cicci dell’Asu e al segretario Franco Siddi della Fnsi per la loro concreta e sentita vicinanza. Grazie anche ai tanti colleghi che in queste tre settimane ci hanno espresso la loro solidarietà, all’onorevole Giuseppe Giulietti di Articoli21, al presidente Santo Della Volpe di Libera Informazione e a Matteo Finco di Ossigeno, all’amico avvocato Luca Ceccarelii del foro di Perugia, a tutti i giornalisti di TO®, uno nome per tutti il vice direttore Sara Cipriani”.
Ancora prese di posizione – che il ‘caso’ fosse divenuto di portata nazionale lo dimostra anche l’interrogazione parlamentare presentata ieri da 30 senatori (prima firmataria Serenella Fucksia del M5S) ai ministri Cancellieri e Zanonato e la nota del senatore umbro Stefano Lucidi. Ancora stamani, mentre era in corso l’udienza, l’Ansa batteva la dichiarazione del segretario nazionale della Fnsi Franco Siddi: “C'è un forte rischio per il giornalismo di inchiesta e che si possa diffondere l’idea che la censura sia introducibile nel nostro Paese ancorché non sia formalmente prevista dal nostro Ordinamento, come non lo è nei sistemi democratici. Nel caso specifico di Tuttoggi.info il sequestro preventivo deciso dal Gip, a conclusione dell’indagine della Procura di Spoleto, ci appare assolutamente spropositato. Abbiamo l’impressione che, quando la contestazione sulla liceità di pubblicazione di atti giudiziari riguarda un giornale web, sia sottopesata la funzione del giornale stesso come organo di stampa. Se tutto ciò accade anche a causa della indeterminatezza e vetustà delle leggi sulla stampa in Italia – ha concluso il segretario Fnsi -, è evidente quanto sia necessaria una riforma avanzata della legislazione perchè sia in linea con i canoni delle moderne democrazie e con la giurisprudenza consolidata delle Corti europee“.
Anche Paolo Brutti, consigliere regionale dell’Idv, e’ intervenuto sulla vicenda annunciando una interrogazione in Regione: “come esponente del partito più vicino ai temi della legalità, l'Italia dei Valori, trovo assolutamente inopportuno il dispositivo del gip di Spoleto che ha oscurato i brani delle intercettazioni relative allo scandalo della locale Banca Popolare, pubblicati dalla testata on line Tuttoggi.info. I cittadini e i correntisti della banca – spiega Brutti – hanno bisogno di tutto tranne che di oscuramenti alla verità e suona singolare che la magistratura spoletina, nel mare di silenzio che ha ammantato i lunghi anni di malagestione della Banca, si sia affrettata a reprimere chi, esercitando il diritto di cronaca, ha cercato di fare luce sulle reali vicende dello scandalo Bps”.
Il venticello spoletino – la sentenza del Riesame non farà certo piacere ai filoantoniniani che in questi giorni, dopo il decreto di sequestro, andavano a zonzo per la città soddisfatti di “aver finalmente disintegrato Tuttoggi.info”. Purtroppo per loro non e’ durata molto, per dirla come Brecht “c’e’ un giudice a Perugia”. Alla luce del dissequestro, i tre articoli oscurati, saranno resi nuovamente disponibili ai nostri lettori non appena ci perverrà la notifica da parte della competente Autorità giudiziaria.
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( Carlo Ceraso e Massimo Sbardella in una foto d'archivio)

Aggiornato alle 20:48

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