Separazioni e divorzi riguardano un numero sempre maggiore di famiglie anche a Trevi, ciò provoca conseguenze che riguardano non solo l’ambito relazionale, ma spesso anche quello economico. Si assiste sovente ad un precipitare degli ex coniugi in condizioni di emarginazione sociale e indigenza, e, nella stragrande maggioranza dei casi, lui finisce per essere “più povero” di lei.
A sollevare la questione è la vicesindaco di Trevi, Stefania Moccoli, che sul tema ha presentato un apposito ordine del giorno invitando il Consiglio comunale ad affrontare la situazione.
“Situazioni sempre complicate – è scritto nel documento – poiché separazioni/divorzi sono trasversali a tutte le fasce sociali, e sempre di più si separano coppie che appartengono ai ceti medio-bassi con situazioni reddituali particolarmente fragili.
I casi più gravi di disagio si riscontrano nei confronti di una delle figure genitoriali, quasi sempre il padre, quando sulla base di decisioni assunte dal giudice, deve lasciare la casa coniugale, sovente deve continuare a versare le rate di mutuo, per cui non è più in grado di sostenere le spese per la locazione di un nuovo alloggio per se, con l’esito di trovarsi costretto a soluzioni degradanti come rivolgersi a dormitori pubblici, utilizzare auto o garage di amici come camera da letto, mense della Caritas per mangiare, luoghi dove diventa difficile portare i figli nei giorni in cui si ha il diritto ad averli con se.
La Vicesindaco Stefania Moccoli chiama quindi il Consiglio comunale a riflettere sul fatto che questa nuova classe emergente di poveri non può contare su uno stato sociale ben strutturato, dove l’aiuto pubblico in genere si limita a sporadiche iniziative di amministrazioni sensibili.
Propone quindi che una parte degli alloggi ricavati dalla ristrutturazione di una proprietà comunale nel centro storico venga destinato a tali evenienze e si appella alla Regione Umbria, affinché individui con apposita legge regionale, misure e interventi pubblici.