Una folla commossa ha preso parte giovedì pomeriggio a Spello ai funerali di Rita Salari, la professoressa 52enne morta la scorsa settimana mentre era in bici in un incidente stradale. In tanti si sono voluti stringere al dolore del marito Mirco, dei figli, dei genitori, del fratello Paolo e della sorella Michela.
Nella chiesa di San Lorenzo c’erano anche il sindaco di Spello Moreno Landrini ed il vicesindaco di Foligno, Riccardo Meloni. Tanti anche i colleghi insegnanti dell’istituto agrario di Sant’Anatolia e studenti presenti e passati.
Nell’omelia, il parroco ha ricordato come quella odierna è una “giornata di domande e grandi perché: perché è successo, perché ad una madre di figli bisognosi di cure, perché così giovane. Gli uomini e le donne che camminano sotto il Cielo non finiranno mai di guardare in alto e domandare il senso di quello che succede qui”. Il sacerdote ha osservato poi che “non è dimostrazione di impotenza piangere. Se cerchiamo il perché è perché vogliamo entrare dentro al male di vivere e ridurlo ad un servizio di vita aperta alle gioie dell’esistenza”.
“Nelle mani di Dio – ha concluso il celebrante – raccomandiamo questa nostra sorella, madre, sposa, creatura della terra d’Umbria. Nelle tue mani affidiamo coloro che restano. Da oggi, guardando il cielo sopra il Subasio troveranno il mistero amoroso di una maternità che non ha fine”.
Al termine della messa sono stati diversi coloro che hanno voluto ricordare Rita Salari. A partire dal marito Mirco, che però non è riuscito a parlare ed ha affidato il suo pensiero alla figlia che lo ha fatto per lui: “Non sono mai stato bravo con le parole, ero diverso da te. L’amore per la natura, il rimanere estasiato dalle nuvole. La tua fede e le mie incertezze, la tua solarità e io musone. Tifavamo due squadre diverse. Ma l’amore faceva sparire ogni contrasto. Sono grato a Dio per aver vissuto con te 30 anni e aver cresciuto i nostri figli. In ognuno vedo una parte di te e del tuo carattere. Nella loro vita sapranno amare e farsi amare. Da lassù ci sosterrai e ci guiderai nella lunga strada che abbiamo imboccato”.
A ringraziare tutti a nome della famiglia è stata la sorella suora di Rita Salari, Michela: “Vi abbiamo visto soffrire con voi. La sofferenza – ha osservato – è presente nel mondo per sprigionare amore. Rita era sensibile alla sofferenza, pregate Rita e pregate per Rita”.
Tanti anche gli amici che hanno voluto raccontare Rita Salari. Come una ex compagna di scuola, che la ha ricordata come una “donna forte e determinata, la sua solarità la rendeva unica”. “Era un vulcano di energia – ha aggiunto – che aiutava il prossimo, dedicava tanto spazio a chi soffriva, da lei tanti hanno avuto generosità. Rita ci lascia un grande insegnamento: la vita non si butta via”.
“Ciao Rita – ha detto un’altra persona nel suo saluto – sei sempre stata leonessa e solo l’inatteso ti ha ingannato. Ai figli voglio dire che Rita aveva un grosso difetto: era insostituibile. Agite, non rinunciare ai sogni. Agite e andate avanti senza fermarvi. La mamma vi sta vicino e non è mai sparita, ci sono angeli in cielo che vegliano su di voi, ma anche in terra. Non siete soli”.
Tra i tanti interventi anche quello di un ex studente e ora collega: “Rita ci ricordava il tocco umano, i colleghi facevano parte della tua famiglia”. L’ha quindi definita come “una montagna di riccioli e un sorriso che era manifestazione di animo gentile”, parlando di una “integrità soprannaturale”. “Riusciva ad accendere una luce – ha concluso – in tutti quelli che la amavano”.