E’ negli investitori privati che l’amministrazione regionale cerca la difficile soluzione per far uscire dall’impasse l’area di Monteluce. Lo ha chiarito l’assessore Michele Fioroni, rispondendo ad un’interrogazione con cui i
consiglieri Andrea Fora (Patto civico per l’Umbria) e Tommaso Bori (Pd)
chiedevano “quali azioni straordinarie ed immediate si intendano a
assumere per consentire che, nel più breve tempo possibile, siano saldate
dal Fondo di proprietà della Nuova Monteluce, le trenta imprese (tra
affidatari diretti e indiretti delle opere e fornitori) che hanno effettuato
i lavori nel cantiere e che, da mesi, non ricevono alcun compenso, mettendo
così a rischio oltre 200 posti di lavoro”.
“Come Giunta – ha detto Fioroni – stiamo cercando di attivarci con l’obiettivo di costruire una nuova visione di Monteluce, che solo in parte può basarsi sul ruolo del pubblico. Su Monteluce andava rivisto il piano finanziario, andava ripensata l’area e non portarla avanti con lo stesso schema che si era già dimostrato fallimentare e che richiedeva un adeguamento costante dei piani finanziari. Nuove visioni, nuove forme di investitori immobiliari, nuovi strumenti di finanza ‘più paziente’ con maggiori obiettivi di natura sociale invece che che speculativa. Su queste basi tratteremo la questione, cercando di riportare sul mercato l’operazione, cercando di costruire una visione nuova nel tentativo di trovare investitori che possano acquistare l’intera area, fermo restando che il pubblico farà la sua parte“.
Quanto alle imprese in attesa dei pagamenti, Fioroni ha detto: “Stiamo interagendo su vari tavoli, sia con le banche che con i fornitori, per estendere innanzitutto la moratoria fino a giugno per cercare di trovare una strada”.
L’assessore Fioroni ha ribadito che si tratta di una “operazione
con molte ombre e poche luci, figlia di una stagione politica in cui lo Stato
e le istituzioni avevano deciso di avere una velleità imprenditoriale
facendo propri anche strumenti di finanza, spesso creativa, che hanno portato a distogliere l’attenzione su quello che doveva essere l’oggetto di una riqualificazione di un’area chiave per la città di Perugia. Le
economicità di certe operazioni non possono basarsi soltanto su una chiusura del cerchio del pubblico che fa propri una serie di edifici, togliendoli da dinamiche di mercato, e che ha manifestato tutte le sue debolezze“.
“Questa Giunta – ha però aggiunto Fioroni – non si vuole esimere dal cercare di aiutare a definire una strada indispensabile per Perugia perché altrimenti si aprirebbe una lacerazione profonda nel tessuto sociale, ma anche per le imprese che, insieme ai cittadini, di quella scellerata stagione politica di rinnovato statalismo, rischiano di pagarne un prezzo pesantissimo“.