Questo muro si butta giù, qua si fa la sala d’aspetto, lì un bel quadro. La scena potrebbe ricordare quelle dirette da Monicelli di “Amici miei” dove la distruzione non toccherebbe ai “paesetti”, una delle tante trovate del Nenchi, ma a un ufficio. e che ufficio.
“Pronta la livella? Prendiamo le misure con la teodolite. Di qua tutto giù”. Sarebbero queste le manovre “fai da te” da parte di un ristretto numero di collaboratori al seguito del vicepresidente regionale Fabio Paparelli, armati di metro fettuccia e blocchetto dove appuntarsi le misure. La missione? Quella di reinventarsi un nuovo ufficio.
Nei corridoi di Palazzo quella che si racconta è la volontà da parte del ternano Fabio Paparelli di ritagliarsi un nuovo spazio, per così dire, di rappresentanza. Dove? Nell’Acropoli ovviamente, lasciando la macchina operativa dell’assessorato al Turismo e all’Economia del territorio al Broletto, in piazza del Bacio e, contemporaneamente, allestendo un ufficio nella prestigiosa corso Vannucci dove, perché no, dare vita ad incontri istituzionali. Quale fitta agenda con capi di Stato e delegazioni internazionali debba avere nei prossimi due anni di mandato, l’assessore al Turismo, non è dato sapere.
Due sarebbero le location sopra cui il vicepresidente Paparelli avrebbe messo gli occhi. La prima e più improbabile è Palazzo Donini, sede della Presidenza e della Giunta regionale, che peraltro mette già a disposizione dei propri rappresentanti istituzionali alcuni spazi di rappresentanza e di grande prestigio. L’altra invece è Palazzo Aiò, proprio sopra la storica pasticceria Sandri, occupato, tra gli altri, dagli uffici regionali che si occupano di marketing e relazioni estere.
Entrambe le soluzioni, comunque, su corso Vannucci. Non più voci di corridoio, quindi, ma veri e propri sopralluoghi iniziati oramai da qualche mese e che, come dicevamo, ha visto impegnati i più stretti collaboratori di Paparelli, lui in persona e la recente visita anche dell’assessore Antonio Bartolini, lì probabilmente per valutare la possibilità del nuovo ufficio in fatto di costi e cosa comporterebbe per le risorse umane della Regione.
Ma il “trasloco” del vicepresidente nell’Acropoli, ovviamente, determinerebbe a sua volta quello di qualcun altro. Ad esempio, se la scelta dovesse ricadere su Palazzo Aiò, alcuni funzionari che oggi lavorano in quella sede dovrebbero trasferirsi a piazza del Bacio. Inoltre, il distaccamento nel centro storico del vicepresidente determinerebbe un intenso via via sui binari del Minimetrò da parte dei suoi funzionari ogni qualvolta si dovesse rendere opportuno un incontro o servire un documento.
Ma a pensarci bene forse potrebbe esserci ancora una terza soluzione. In via Mazzini, proprio ad angolo con la prestigiosa corso Vannucci, si trovano gli ex uffici dell’APT della Regione Umbria, belli ed eleganti e al momento vuoti e inutilizzati. Perché non tornare a sfruttarli con lo scopo di tornare a diventare un luogo frequentato per la promozione turistica della regione? La delega si intonerebbe quanto meno con la tappezzeria.
Ad ogni modo, qualsiasi location dovesse essere quella prescelta, per mantenere bassa la spesa che costerebbe alle casse regionali questa nuova disposizione del vicepresidente, per il mobilio consigliamo una visita da Ikea: una Billy, un Applaro e una Krossa fanno sempre molto arredamento.