Era il 3 giugno del 2011. Una donna lavorava da qualche mese come dipendente in un salone per parrucchieri della zona del Trasimeno. Quel giorno, come lei stessa raccontò in una denuncia sporta poco dopo, il suo datore di lavoro, la baciò in maniera intima sulla bocca contro la sua volontà. Lei respinse lui ma, secondo quanto emerso successivamente, l’uomo tornò alla carica il giorno successivo, ma lei lo fermò prima che potesse fare qualsiasi cosa e, dopo qualche ora, gli consegnò le sue dimissioni.
In aula La storia si è conclusa ieri mattina dinanzi al gup Carla Giangamboni, che ha condannato l’imputato a dieci mesi di reclusione ( con pena sospesa) e al pagamento di 10 mila euro di provvisionale immediatamente esecutiva. Il pubblico ministero Mario Formisano aveva chiesto un anno di reclusione. La sentenza è arrivata al termine di un processo con rito abbreviato in cui però sono state sentite entrambe le parti in causa: con lui che continuava a negare di averla mai baciata contro la sua volontà e lei che, oltre alla versione dei fatti raccontata, ha offerto all’autorità giudiziaria anche una registrazione in cui loro due parlavano, fatta dalla donna qualche giorno dopo essere andata via.
I due L’uomo, difeso dall’avvocato Alessandro Vesi, si è sempre detto innocente nel periodo dell’indagine e del procedimento. La donna invece, assistita dall’avvocato Elena Messi, ha anche raccontato di come l’anno successivo rimase senza lavoro e, a causa dell’accaduto, dovette addirittura sospendere la rata del mutuo.