L’anguilla torna a ripopolare il Trasimeno. Una buona notizia per la più che in salute pesca del territorio, considerato che anguille e capitoni costituiscono le punte di diamante del patrimonio ittico del lago umbro. Sono state compiute ieri mattina, dal personale del Centro ittiogenico di Sant’Arcangelo, in collaborazione con alcuni uomini della Cooperativa Pescatori del Trasimeno, le operazioni di semina di circa 40 chilogrammi di anguille allo stadio giovanile, corrispondenti ad oltre 150.000 esemplari. Si tratta di materiale selvatico di cattura, prelevato presso le foci dei fiumi dell’Italia centro-meridionale, destinato a rimpinguare il contingente del Trasimeno, dove ormai capitoni e anguille si stavano riducendo all’osso.
Del resto era dal 2009 che al lago non si provvedeva all’immissione di questa specie. Nonostante essa figuri tra le sei specie autoctone del bacino umbro, dove per secoli è giunta spontaneamente risalendo la corrente del fiume Tevere, dagli anni ’60 in poi, a causa della costruzione di sbarramenti artificiali, non ha avuto più la possibilità di raggiungere il Trasimeno. Da quel momento in poi, fino appunto a circa 7 anni fa, solo le immissioni ad opera dell’uomo hanno potuto garantire la sua sopravvivenza nelle nostre acque lacustri. Attività che è stata dunque ripresa ieri dalla Regione Umbria (Servizio faunistica) e che si spera possa avere continuità negli anni a venire.
“Anche con questa operazione – ha commentato l’amministratore delegato della Cooperativa pescatori Valter Sembolini – possiamo dare un futuro al reddito della nostra categoria. Non dimentichiamo che l’anguilla appartiene alla storia e alla tradizione locale e si colloca tra i prodotti più pregiati e caratteristici della nostra tavola, specie per le festività natalizie”. Per secoli il prelievo e la commercializzazione dell’anguilla ha rappresentato per i pescatori del Trasimeno una importante fonte di reddito. Fino agli anni ’70-’80 erano presenti quattro tipologie, classificate in base alla pezzatura: dal più corposo capitone alla più minuta ciriola, passando per quelle intermedie (anguilla e maretica o argentina). Per l’anguilla, secondo le informazioni rese dall’ittiologo Mauro Natali, il Trasimeno costituisce un habitat ideale, grazie alle basse profondità e alle sue acque calde e ricche di “bentos” che ne facilitano l’accrescimento. Come noto in natura le anguille si riproducono nelle acque salate del Mar dei Sargassi, ma nelle sue fasi successive ricerca le acque dolci di fiumi e bacini. Si tratta di una specie protetta dalla Comunità Europea.