L’antica Etruria rivive in un progetto pilota di promozione culturale e turistica che vede in prima fila il ministero per i Beni e le attività culturali e del turismo e vari Comuni del centro Italia, tra cui quelli del Trasimeno e dell’Orvietano. I luoghi patria degli etruschi si uniscono infatti per un’attività innovativa di promozione. Un primo passo in questa direzione lo aveva fatto tempo fa il Comune di Orvieto che si era candidato a capitale italiana della cultura insieme a Viterbo e Chiusi nell’ambito del progetto Etruria Experience. Ora invece si fa sul serio, mettendo a sistema quindi una realtà che esiste già da tempo: il patto interregionale integrato Vato (Valdichiana – Amiata – Valdorcia – Trasimeno – Orvietano).
Nella prestigiosa sede centrale del Mibact di Trastevere, a Roma, è stato quindi siglato un accordo di portata storica tra lo stesso Ministero – rappresentato dalla dottoressa Caterina Bon Valsassina, direttore generale per l’Archeologia, le belle arti e il paesaggio, dal direttore generale Musei, Ugo Soragni, dalla Soprintendente dell’Umbria Marica Mercalli, dalla Soprintendente di Siena Arezzo e Grosseto e da altri componenti di vertice della struttura operativa – ed il Patto territoriale interregionale Vato, che riunisce i Comuni della Valdichiana, Amiata, Valdorcia, Trasimeno e Orvietano, rappresentato dal presidente Marco Ciarini.
Hanno partecipato per gli enti territoriali anche il vice-presidente del Vato Marco Spallaccini, i sindaci di Chiusi, Yuri Bettollini, e di Fabro, Maurizio Terzino, gli assessori Franco Rossi (Montepulciano), Albano Ricci (Cortona), Alessandra Cannistrà (Orvieto) e Carmine Pugliese (Città della Pieve) e il presidente della Camera di commercio di Siena, Massimo Guasconi, in rappresentanza del sistema imprenditoriale e delle imprese anche di Terni e Perugia.
L’importanza dell’accordo tra il Ministero e il territorio interregionale Vato non sta solo nel fatto – peraltro non trascurabile – di essere la prima iniziativa che il Mibact promuove a livello nazionale dopo la rivoluzione introdotta dalla riforma Franceschini nel 2016 sulla tutela e la gestione del patrimonio culturale. Ma dalla convenzione, proprio nel rispetto della riforma, nasce un progetto pilota, denominato Sistema Etruria, che applica le previsioni della legge, che promuove una stretta collaborazione con il Ministero che parteciperà attivamente all’elaborazione e alla realizzazione dei progetti di interesse di area.
Come ha affermato il presidente Ciarini, il Patto territoriale interregionale Vato (Valdichiana – Amiata – Valdorcia – Trasimeno – Orvietano) ha finanziato negli ultimi 10 anni con fondi del Mise ben 547 interventi infrastrutturali/pubblici e privati/imprenditoriali in buona parte riconducibili ai settori della cultura e del turismo e a quello della produzione agro-alimentare, settori di eccellenza del nostro territorio, ma l’esperienza dei patti territoriali non si chiude qui.
“Dopo la riforma-Franceschini – ha sottolineato Ciarini – che ha presentato nella sua prima fase applicativa evidenti criticità, questo è il primo progetto integrato promosso dal Ministero in accordo con il Patto Vato, ed ha il merito di definire le modalità operative per il conseguimento di una comune unitaria strategia di sviluppo culturale. Un’area la nostra, straordinariamente ricca di testimonianze storiche, artistiche, archeologiche e naturalistiche che caratterizzano l’intero territorio, come il Parco Artistico della Valdorcia Patrimonio Unesco, i parchi archeologici dell’Orvietano, di Chiusi, di Cortona, di Cetona etc., il parco Minerario dell’Amiata, i parchi naturalistici dei laghi Trasimeno e Montepulciano, la rete dei musei umbri e toscani e gli itinerari come la Francigena e il sentiero della Bonifica. Un accordo quello sottoscritto dal Vato con il Mibact che ha come finalità la conservazione dell’ambiente e del patrimonio esistente ma in particolare la condivisione e l’elaborazione di interventi per la valorizzazione e una migliore gestione del sistema museale e dei siti di interesse culturale, finalizzati allo sviluppo turistico dell’area Vato”.
Due le fasi operative che attendono ora i partner del progetto:
La redazione/elaborazione degli specifici progetti – e qui sta un’altra grande novità dell’accordo sottoscritto a Roma – sarà affidata a cooperative di giovani archeologi, architetti, storici dell’arte provenienti dal contesto territoriale locale, che potranno poi essere coinvolti nella gestione dei servizi al pubblico nei musei statali e nella gestione del sistema museale civico e dei siti di interesse culturale del territorio. Dunque l’accordo prefigura concretamente interessanti prospettive di crescita e di occupazione, legate alla capacità del territorio di creare progetti unitari, di vedere lo sviluppo come il risultato di scelte strategiche condivise.
Da parte sua il Mibact si è impegnato a considerare il progetto come una priorità assoluta nello scenario nazionale, anche per verificarne la replicabilità in altre aree geografiche del paese ma intanto ha individuato questa del Vato come laboratorio ideale sia per la capacità progettuale e sia per la ricchezza del patrimonio che custodisce.
I Direttori Generali Dottoressa Caterina Bon Valsassina e l’Arch. Ugo Soragni, hanno sottolineato “che l’accordo consentirà di sostenere anche i piccoli musei, favorendo la messa a sistema con i più grandi, superando le attuali criticità determinate dai confini politici amministrativi regionali, provinciali e comunali. Grandi progetti come la Via Francigena, il Sentiero della Bonifica, i musei statali e quelli civici di tanti comuni potranno trovare ulteriore impulso e opportunità di sviluppo dalla convenzione con il Mibact”.
E’ volontà comune organizzare un evento sul territorio, alla presenza del Ministro Dario Franceschini, per la presentazione e l’avvio del rivoluzionario protocollo.