Centomila pezzi da 1 centesimo, centosettantadue chili di monetine in 15 scatoloni da più di 11 chili l’uno. E’ l’originale modalità con cui Sauro Scarpocchi, tra i più noti ristoratori dell’Umbria, ha deciso di assolvere all’obbligo imposto dalla Corte d’Appello che lo ha condannato al pagamento di 5 mila euro verso la parte civile per una vicenda scaturita da una multa e per il reato di oltraggio a pubblico ufficiale. Testardo come i lacustri sanno essere, furbo come tutti i pescatori del Trasimeno, ironico per i suoi 80 anni trascorsi ad Isola Maggiore tra personaggi più o meno noti, Sauro Scarpocchi è riuscito a trasformare la vicenda in una storia originale.
Tutto ha inizio quando Sauro viene affiancato in acqua dalla pilotina della Polizia Provinciale, è gli viene elevata la contravvenzione per eccesso di velocità. Lui protesta ma nulla gli evita la sanzione. Poi si rivolge all’agente e pronuncia la frase che lo porta alla denuncia, secondo quanto si apprende, un quesito sulla bellezza della città di Foligno, per il provinciale rappresenta una diretta minaccia a “muovere poteri forti” per farlo trasferire, mentre per la difesa rimane solo una domanda innocente sul destino di carriera dell’agente.
Ne seguono una condanna in primo grado e poi, in Appello, vengono dichiarati sopraggiunti i termini di prescrizione ma scatta la condanna al pagamento del risarcimento, (con ricorso pendente in Cassazione). Dei 5 mila euro che in base alla decisione del giudice Sauro ha dovuto corrispondere 4 li ha inviati con un assegno, poi, spiega “avevo finito i risparmi e allora ho dovuto rompere il salvadanaio e ho trovato 100 mila monete da 1 centesimo”.