Trapianti di midollo osseo, da medici e pazienti di Ematologia a Perugia l’appello per il nuovo macchinario. Un appello che arriva da un centro di eccellenza mondiale, dove la sopravvivenza priva di malattia è al 75% e le recidive post trapianto solo al 5%.
Risultati, ha spiegato il professor Massimo Fabrizio Martelli parlando dal Residence Chianelli, resi possibili grazie al trattamento preventivo sui pazienti di leucemia acuta con l’utilizzo di un’apparecchiatura per la radio-tomoterapia elicoidale. Che ha consentito, oltre ad abbattere fortemente i casi di recidiva, di sottoporre a trapianto anche pazienti di 65-70 anni. Il macchinario, infatti, irradia tutte le ossa, ma riduce l’intervento nocivo sui tessuti.
L’ospedale di Perugia ha attualmente in uso un solo macchinario. Che rischia di danneggiarsi, vista anche l’età. E che consente di effettuare un solo trapianto ogni 15 giorni. E così, alla riunione del lunedì, i medici sono costretti a decidere quali pazienti sottoporre a trapianto perché urgenti e quali devono invece essere inseriti in una lista d’attesa che si sta allungando. Con il rischio di veder peggiorate le loro condizioni.
A risolvere un appello alle istituzioni affinché venga acquistato un secondo macchinario anche diversi pazienti che sono guariti grazie al trapianto di midollo anticipato dal trattamento con l’apparecchiatura per la radio-tomoterapia elicoidale.
Presente al Chianelli anche il consigliere regionale Tommaso Bori. Che appoggia la richiesta rivolta alla presidente Tesei dai pazienti, dal professor Massimo Fabrizio Martelli, già direttore dell’Ematologia con trapianto di midollo osseo dell’ospedale di Perugia, e dal professor Andrea Velardi, già responsabile
dell’attività di trapianto di midollo osseo. Annunciando la richiesta di audizione in Terza commissione.
“Come hanno scritto i pazienti, nella missiva indirizzata proprio alla presidente Tesei a maggio – commenta Bori – è inaccettabile addurre motivi di limitate fonti di finanziamento per il rinvio di qualche anno, dell’acquisto dell’apparecchiatura necessaria. È in gioco la vita delle persone e la mancanza di una rapida soluzione potrebbe essere letale. Alla presidente Tesei – conclude Bori -, dopo gli appelli e gli allarmi delle istituzioni e degli operatori, arrivano anche quelli dei pazienti e intanto la sanità umbra, pubblica e universalistica, arretra paurosamente”.