E’ accusato di omicidio e incendio doloso il 39enne di origini marocchine (K.E. le sue iniziali) uscito ferito dall’edificio in fiamme nella tragica serata di martedì 2 luglio a Umbertide. L’uomo è il maggior indiziato per la morte del connazionale 59enne, rimasto ucciso nel rogo al piano superiore della struttura di via Emilia dopo una furiosa lite scoppiata tra i due.
K.E, in stato di fermo, si trova al momento nel carcere di Capanne, in attesa di giudizio. Le indagini sono coordinate dal pm Gemma Miliani.
La vittima (S.R. le sue iniziali), disoccupato da tempo, viveva a Umbertide da oltre 20 anni e, insieme al primo, condivideva abusivamente la struttura in disuso. Entrambi erano sprovvisti di permesso di soggiorno. Non si sanno ancora i motivi della rissa che avrebbe poi portato al presunto incendio doloso da parte del 39enne.
Il corpo del 55enne, nelle prossime ore, sarà sottoposto all’esame autoptico dal medico legale Sergio Scalise mentre l’immobile di via Emilia è ora sottoposto a sequestro probatorio penale. Il Comune ha ha anche emesso un’ordinanza sindacale urgente di messa in sicurezza dello stabile e della viabilità circostante.
Sui fatti di martedì sera si è scatenato soprattutto il dibattito politico, che in questi giorni ha infuocato il web: “Politicamente è un problema di ordine pubblico – ha detto il sindaco di Umbertide Luca Carizia – I due erano irregolari e dormivano da tempo nella struttura. E di questo bisogna tenere conto”. Il primo cittadino ha comunque invitato a “non generalizzare. Bisogna distinguere chiaramente tra l’immigrazione clandestina e quella regolare, fatta di persone che si comportano correttamente“.
“Questa è la situazione che Umbertide ha ereditato dal Partito Democratico – afferma il deputato Riccardo Augusto Marchetti (Lega) – Una realtà multietnica dove l’equilibrio sociale viene costantemente scosso dalla presenza fuori controllo di cittadini stranieri e immigrati irregolari che rendono alcune zone impossibili da percorrere di notte. Noi queste situazioni non le tolleriamo e le reprimeremo con ogni mezzo. Riusciremo a rendere di nuovo vivibile la città di Umbertide, riportando sicurezza, equilibrio e legalità”. “Controlli serrati ed espulsione diretta” aggiunge Valerio Mancini, che torna a chiedere con forza il blocco immediato delle moschee in Umbria.
“Un fatto del genere deve servire a farci riflettere sulla condizione che vive la nostra città – afferma il M5S – Umbertide sconta anni di indifferenza rispetto ai problemi di integrazione, di controllo del territorio, di sicurezza. “Sono due gli aspetti sui quali agire – sottolinea Umbertide Cambia – Primo: è stato ed è un errore chiudere gli occhi di fronte alle diverse forme di illegalità. Secondo: condividere un nuovo patto di cittadinanza con le comunità straniere. Rispetto al primo aspetto occorre dare immediatamente un messaggio forte alla città: lotta ad ogni forma di reato, che sia presenza clandestina, occupazione abusiva degli spazi, spaccio di droga, abusi edilizi, forme di lavoro irregolare”.
“No a facili strumentalizzazioni e proclami politici sulla pelle di chi ogni giorno vive a contatto con problemi e vicende che purtroppo non risparmiano nessuna area geografica del paese”, cosi il vice presidente dell’Assemblea legislativa dell’Umbria Marco Vinicio Guasticchi (Pd): Umbertide è sempre stata e sarà una comunità civile, inclusiva e tollerante dove però il rispetto delle regole e delle leggi deve valere per tutti, nessuno escluso”. “Sia Marchetti che Mancini hanno perso l’occasione per rimanere in silenzio e attendere il lavoro degli inquirenti – dichiara il Pd umbertidese – I due parlano di ‘lotta tra bande’, di ‘guerra per il territorio’, ma non si pongono alcune semplici domande: chi è il proprietario dello stabile? Nessuno aveva visto nulla? Nei mesi precedenti non c’erano avvisaglie che quei locali potevano essere occupati? Prima di presentare un’interrogazione parlamentare, o altro, si cerchino le risposte a queste domande. Basta con gli slogan, la campagna elettorale è finita e non possiamo strumentalizzare un episodio dove ha perso la vita un uomo. L’intolleranza produce violenza e la prima preoccupazione deve essere la tranquillità della nostra Comunità, che non è di Mancini e Marchetti”.