Tragedia a Capanne, dove domenica 21 settembre una detenuta pugliese 30enne si è tolta la vita: a darne la notizia è il garante dei detenuti, l’avvocato Giuseppe Caforio che parla di “Fatto gravissimo” ed esprime “profondo dolore e anche un senso di sconforto e sconfitta”.
Secondo le prime informazioni, a trovare la detenuta sono stati gli agenti della polizia penitenziaria; suk posto anche il personale sanitario, che ha provato senza esito a rianimare la giovane. La 30enne, che era seguita dal servizio psicologico del carcere ma che non era considerata a rischio, era rimasta in cella durante l’ora d’aria, e avrebbe compiuto il tragico gesto durante un momento senza sorveglianza. Si tratta del 62’esimo suicidio in carcere in Italia dall’inizio dell’anno; per Capanne è il primo. Sul corpo della giovane sarà svolta l’autopsia. “Nelle ultime settimane – sottolinea peraltro Caforio – si sono moltiplicati gli episodi di autolesionismo e le aggressioni alla polizia penitenziaria, a testimonianza di una fase davvero difficile”.
“Siamo profondamente addolorati e scossi da quanto accaduto. Ogni volta che una vita si spegne dietro le mura di un istituto penitenziario sentiamo il peso di una sconfitta collettiva. Non possiamo nemmeno immaginare quanto grande fosse il dolore che ha portato questa giovane donna a togliersi la vita, e siamo sconvolti di fronte a questa tragedia che lascia senza parole”, dicono la presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti, e dall’assessore al Welfare, Fabio Barcaioli. “Ci impegneremo con determinazione – aggiungono – per migliorare le condizioni della comunità carceraria, portando con forza all’attenzione nazionale le richieste dei detenuti e dei lavoratori che ogni giorno operano in contesti difficili – concludono la Presidente e l’Assessore – Oggi quelle condizioni non sono garantite e questo è un limite che non può più essere ignorato”.