La Procura di Perugia ha iscritto nel registro degli indagati due medici dell’ospedale di Città di Castello nell’ambito dell’inchiesta aperta per la morte di Sara Scarabicchi, la 44enne deceduta nel pomeriggio di lunedì scorso (3 novembre), due ore dopo essere stata dimessa dal pronto soccorso dove si era recata per forti dolori addominali la mattina stessa.
L’indagine, coordinata dal sostituto procuratore Gianpaolo Mocetti, mira a chiarire se la tragedia sia legata a una possibile condotta negligente da parte del personale sanitario. La Procura ha disposto anche l’autopsia, affidando l’incarico alla dottoressa Donatella Fedeli, che sabato 8 novembre effettuerà l’esame sul corpo della donna.
Secondo quanto ricostruito finora, Sara si era presentata in pronto soccorso alle 8.30 del 3 novembre, lamentando forte mal di pancia (con diarrea e sangue nelle feci). Dopo la visita e alcuni esami di routine i medici avevano formulato una diagnosi di gastroenterite, prescrivendo una terapia leggera e la dimissione alle 13.30.
Poco dopo il rientro a casa, però, la donna ha accusato un improvviso peggioramento, fino alla morte sopraggiunta intorno alle 15, nonostante i tentativi di rianimazione e l’arrivo dell’elisoccorso, per il quale non si conoscono ancora le motivazioni. L’ospedale dista infatti soli tre minuti di auto dalla casa della 44enne.
La famiglia – madre e fratello della vittima, assistiti rispettivamente dagli avvocati Gianmarco e Roberto Bianchi (entrambi hanno incaricato Walter Patumi come medico legale di parte), e il figlio minore della donna (tutelato tramite il padre in qualità di esercente la potestà genitoriale), rappresentato dagli avvocati Eugenio Zaganelli e Giacomo Bacchi – hanno presentato due esposti distinti ai carabinieri di Città di Castello, chiedendo di accertare eventuali responsabilità.
I militari hanno acquisito la cartella clinica e la documentazione sanitaria per ricostruire con precisione la sequenza degli eventi: dall’accesso in ospedale fino alla decesso. L’inchiesta per omicidio colposo è ora nelle mani della magistratura. Sarà soprattutto l’autopsia a dire se dietro la tragedia di Sara ci sia stata davvero una fatalità o se, come sostengono i familiari, quella morte si sarebbe potuta evitare.