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Traffico di droga a Spoleto, maxiprocesso con 22 imputati – sette sono spoletini

Un traffico di droga che avrebbe coinvolto ben 22 persone, ognuna con un ruolo ben delineato all’interno del gruppo. C’era chi avrebbe importato sostanze stupefacenti dall’Italia e dall’estero, in particolare hashish e cocaina; chi si sarebbe occupato di occultarle in casa, garage o cantine; chi avrebbe svolto il ruolo di corriere e chi si sarebbe occupato della vendita al dettaglio della droga.

Coca ed ecstasy dall’Olanda – Sono in tutto 22 gli imputati del maxiprocesso che si è aperto ieri di fronte al collegio penale del tribunale di Spoleto (Bellina presidente, Laudenzi e Cipolloni a latere) e al pubblico ministero Federica Albano. Tra loro diversi spoletini e alcuni marocchini, quasi tutti comunque residenti nella città del Festival. Stando alle carte processuali, avrebbero acquisito a più riprese ingenti quantitativi di droga, con cui avrebbero poi messo in piedi un importante traffico a Spoleto e in altre zone del paese, perfino nell’hinterland milanese. Spesso le sostanze, l’hashish in particolar modo (le accuse indicano “spostamenti” di diversi chilogrammi), sarebbero passate di mano più volte da un imputato all’altro, prima di essere rivendute al dettaglio. In una occasione, tra la fine del 2004 e l’inizio del 2005, quattro membri del gruppo si sarebbero recati in Olanda per importare in Italia hashish, cocaina e 70 pastiglie di ecstasy, che sarebbero state rivendute pochi giorni dopo in una nota discoteca di Perugia.

Sequestro di persona – Ma i fatti contestati agli imputati, che sarebbero avvenuti tutti tra il 2004 e il 2005, non riguardano solo la detenzione e lo spaccio di sostanze stupefacenti. Tre di loro, un italiano e due marocchini, sono accusati anche dei reati di sequestro di persona, rapina a mano armata ed estorsione. L’episodio sarebbe avvenuto nel luglio del 2004. I tre, in concorso tra loro, si sarebbero recati a casa di un giovane spoletino costringendolo a salire in auto e a portarli nel piazzale di un bar della città sotto la minaccia di una pistola puntata alla tempia. Durante il tragitto gli avrebbero sottratto 1100 euro in contanti più un assegno di altri 500, rubandogli infine anche il cellulare per impedirgli di chiamare i soccorsi.

Intercettazioni telefoniche – Il processo, dopo alcune eccezioni avanzate dagli avvocati difensori in merito alle notifiche recapitate agli imputati (alcune delle quali rigettate dal collegio), è stato aggiornato al prossimo 23 maggio, giorno in cui verranno probabilmente escussi i primi testimoni del pubblico ministero e il consulente tecnico che si è occupato delle intercettazioni telefoniche. (Jac. Bru.)

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