TRADIZIONE ORALE E CULTURA MATERIALE IN VALNERINA - Tuttoggi.info

TRADIZIONE ORALE E CULTURA MATERIALE IN VALNERINA

Redazione

TRADIZIONE ORALE E CULTURA MATERIALE IN VALNERINA

Gio, 17/07/2008 - 20:01

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Sta producendo risultati positivi la ricerca demo-antropologica che l'Associazione dei Comuni della Valnerina ha commissionato a Mario Polia, archeologo, antropologo ed etnografo di grande esperienza, anche internazionale, al fine di documentare la tradizione orale della cultura materiale. Essa rappresenta un inedito patrimonio di memoria collettiva in grado di fornire nuove chiavi di lettura e mettere in discussione i filtri di chi studia un luogo senza averne vissuto la storia e la cultura. Il progetto parte dal coinvolgimento degli abitanti della Valnerina, ai quali vengono somministrate interviste attraverso le quali raccogliere e fissare per iscritto quel patrimonio di informazioni fino ad oggi tramandato solo oralmente e che, per tale ragione, rischia di cadere nel dimenticatoio.

Al centro della ricerca la società rurale, con i suoi contadini, anziani, allevatori, pastori, massaie, emigranti e la percezione che questi hanno del sacro, della natura, della famiglia, della cultura materiale e del mondo sovrannaturale, magico e religioso. Fino ad oggi, spiega il professor Polia, è stata intervistata circa la metà dei soggetti scelti e i risultati sono davvero sopra ogni aspettativa. Non solo per la quantità di informazioni che si è riusciti a raccogliere, ma anche per la loro qualità, la diversificazione e il loro stato di conservazione.

“Il mondo magico- spiega il professor Polia- è ancora molto impresso nei contadini e questo ci consente di fare comparazioni con il passato così come con le regioni vicine e capire, quindi, gli spostamenti dei flussi di cultura lungo le vie della transumanza e del commercio”. Non a caso alla pubblicazione scientifica fin dall'inizio progettata come conclusione del progetto, se ne aggiungeranno una sulle piante “sacre” ed un'altra sulle preghiere orali diffuse sul territorio. “Così pregavano i nostri padri” sarà una raccolta di tutte quelle forme di preghiere e suppliche che non trovano posto nei dizionari ecclesiastici tradizionali ma che sono rimaste in vita perché tramandate oralmente. E studiando tali espressioni rituali, è sorprendente notare come alcune possano esser ricondotte non solo al medioevo, ma anche alle antiche formule magiche che, diffuse in Paesi come Irlanda, Germania o Francia, sono poi diventate preghiere cristiane. E se da un lato la ricerca sta permettendo di capire il vissuto cristiano contadino nei grandi eventi religiosi dell'anno, conoscere la devozione ai grandi santi e i culti agrari, dall'altro essa fornisce anche uno spaccato della vita quotidiana contadina. Il rapporto con i genitori, il ruolo fondamentale dell'anziano in casa, il suo sentirsi spodestato quando si è abbandonato il focolare per fare posto alla televisione o il glossario dei lemmi dialettali, molti dei quali ancora in uso.

“Per la ricerca- spiega ancora il professor Polia- di fondamentale importanza sono stati i volontari del servizio civile nazionale impegnati sul territorio i quali hanno effettuato una profonda attività di sensibilizzazione nei confronti degli abitanti del posto, familiari in primis, convincendoli e, soprattutto, preparandoli alla somministrazione delle interviste”. Alla raccolta dei dati farà seguito la loro elaborazione critica, eseguita tenendo conto anche della letteratura già disponibile in materia, ed infine la creazione di una pubblicazione che, sebbene di facile e chiara lettura, saprà mantenere il suo carattere scientifico.

La ricerca demo-antropologica si inserisce come naturale continuazione del lavoro finora svolto dall'Associazione dei Comuni della Valnerina nell'ambito della valorizzazione, tutela e conoscenza del paesaggio, non solo al fine di far recuperare l'identità locale ed il senso di appartenenza al luogo da parte dei cittadini residenti e delle istituzioni locali, ma anche di migliorare la qualità dell'accoglienza e dell'ospitalità nei confronti dei visitatori. Con la ricerca demo-antropologica il progetto cambia solo prospettiva e lo sguardo dall'esterno è sostituto da quello dall'interno, di chi ha forgiato con le proprie attività il paesaggio. È l'uomo, quindi, il protagonista di questa nuova ricerca che mira a riscoprire quella storia, quella cultura e quelle tradizioni che difficilmente si trovano sui libri e di cui, invece, sono importanti depositari gli abitanti di un territorio.


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