È stato costretto – “con molto dolore” – a lasciare un’attività nata quasi 70 anni fa, “purtroppo – sottolinea – non per mia volontà”. Lui è Sauro Fiorucci, l’ortolano delle logge dei Tiratori di Gubbio, che in questi giorni ha annunciato lo stop definitivo al suo lavoro nel cuore della città – in piazza 40 Martiri – in una zona ormai da tempo interessata dai cantieri e poco battuta dai clienti che una volta si riversavano al suo banco.
“Voglio ringraziare tutti i miei clienti ed amici che mi hanno sostenuto e ai quali sono molto affezionato – ha detto Sauro – Questo lavoro per me aveva più di una valenza, era il lavoro che mia madre e mio padre avevano avviato nel 1956 (sono nato che già c’era), per me punto di riferimento soprattutto affettivo, poi diventato motivo di vita e riscatto dopo momenti difficili. Da qui ho ripreso la mia vita in mano con passione e dedizione, quindi autostima”.
Sauro ora dovrà quindi girare pagina e trovare un altro lavoro e chiede un aiuto, appellandosi agli eugubini e non: “So che a 60 anni è molto difficile ma confido nella solidarietà di un popolo che io amo”.
“Oggi a 60 anni, dopo mille sacrifici, Sauro è costretto a cercare, con le immaginabili difficoltà, un nuovo lavoro – ha sottolineato il titolare dell’edicola di piazza 40 Martiri Stefano Pascolini (ex “vicino di lavoro” di Fiorucci) – Alla faccia di quanti hanno la sfacciataggine di dire che tutti i commercianti sono ladri.
Si tratta di un’altra profonda piaga sulla nostra città. Ricordo da bambino quando le logge erano piene di banchi colorati, con il profumo di frutta e verdure che animavano, insieme ai tanti negozi fissi, quell’angolo di Gubbio. Piano piano, uno ad uno, sia i negozi che i banchi hanno chiuso, superstiti solo un bar e una pizzeria. Ora è rimasta la splendida architettura del loggiato a far da cornice al nulla.
“Il sentimento degli eugubini in questi momenti – ha aggiunto Pascolini – dovrebbe essere di indignazione ma anche di colpa per essere spettatori imbelli di questo declino, invece prevale quel senso di rassegnazione e un comodo ‘che ci vuoi fare? I tempi sono cambiati e…”. Ogni attività che chiude provoca un danno alla città”. L’edicolante, infine, si unisce all’appello a quegli eugubini alla ricerca di personale, di ricordarsi dell’amico Sauro, “grande lavoratore, capace di sacrifici come la sua storia lavorativa dimostra.
Sauro, un grande in bocca al lupo. La tua presenza quotidiana sotto il loggiato ci mancherà tantissimo“.