Se si voleva ottenere un effetto choc e alzare l’attenzione allora ci sono riusciti in pieno. Perché la nuova campagna pubblicitaria del minimetrò una cosa l’ha ottenuta al volo: far discutere i perugini. “Torzone” è la parola chiave che troneggia sui manifesti giganti dove testimonial di varie nazionalità spiegano che a loro (turisti) il minimetrò piace e il perugino dovrebbe (in sostanza) imparare ad utilizzarlo di più. “Il minimetrò è comodo, capito torzone?” afferma la giovane sudamericana, “è aperto tutti i giorni, capito torzao?” dice la portoghese.
“Per noi è stato un gioco – scrive sul profilo Fb la Thema Comunications autrice della campagna commissionata dalla Minimetrò – mirato ad ottenere visibilità su Minimetrò e i suoi plus, attraverso un po’ di provocazione. Provocazione pubblicitaria senza alcun desiderio di offendere. Quante volte tra amici, ci si apostrofa con termini del genere o spesso molto peggiori? Ebbene, noi volevamo essere provocatori e ironici e sembra, dalle reazioni che abbiamo generato, di esserci riusciti in pieno. Ci spiace se qualcuno si è offeso, non era nostra intenzione. Per cui ridateci pure dei “torzoni”, noi non ci offendiamo, anzi…”.
E i social sono impazziti, tra parodie e commenti di tutti i colori. Ma sopratutto c’è stata una corsa all’etimologia. TorZone e non torSone vede prevalere la zeta con cui il dialetto perugino tende a sostituire la sibilante. Persona ignorante e rozza il significato che deriva dal torsolo di mela o della spiga di granoturco che una volta privata dei chicchi non serve più a molto. Insomma non proprio un complimento. Ma è vero, i perugini lo usano anche con tono scherzoso. Ma come tutti sanno sono anche molto permalosi.