“Figli di un Dio minore”. Si sentono così i cacciatori umbri, che attraverso il Cpa protestano per le scelte contenute nel Calendario venatorio adottato dalla Giunta regionale.
“E’ la dimostrazione, ancora una volta – lamentano il presidente Cpa Umbria, Angelo Liurni, e i presidenti provinciali di Terni Paolo Pazienza e di Perugia Marco Federici – di tutta la disattenzione da parte della politica e dei preposti uffici regionali nei confronti del mondo venatorio”.
Sotto accusa la scelta di non consentire la caccia in preapertura alla tortora. Motivato dalla Regione Umbria con il rischio di vedersi invalidare tutto il calendario venatorio da eventuali ricorsi. Eppure, evidenzia il Cpa, stanno prevedendo la caccia in apertura alla tortora tante Regioni.
A nulla, ricordano i rappresentanti del Cpa, sono serviti i “tavoli di concertazione”. A cui, è bene sottolineano, non tutte le associazioni hanno partecipato.
“A questo punto – proseguono Liurni, Pazienza e Federici – è lecito porsi una domanda: a cosa serve riunirsi e discutere se i risultati sono questi? I cacciatori sono stanchi di tante promesse mai mantenute e, nonostante la comunicazione del MITE del 20 Luglio u.s., prot. 79230, che chiarisce definitivamente che la caccia alla tortora è consentita a determinate condizioni, in Umbria non se ne è tenuto conto!! La lettera suddetta – spiegano – apre ad un confronto tra Regioni e MITE, perché da noi non è stato fatto? Di chi è la colpa? Dell’assessore, che pure in più occasioni si è dimostrato aperto al dialogo ed attenti alle istanze del mondo venatorio o dell’ufficio caccia della Regione?”.
Per il Cpa è arrivato il momento di fare chiarezza: “Sarebbe bastato adeguarsi alle prescrizioni del MITE per concedere la possibilità ai cacciatori umbri di insidiare un selvatico, la tortora, che si può incontrare, forse, solo in preapertura. Sarebbe bastato dimezzare il carniere da 20 a 10 capi e prevedere la caccia sino alle ore 13, così come fatto nelle altre regioni. Veramente i cacciatori umbri meritano questa superficialità? Dobbiamo dare ragione a chi sostiene che il mondo venatorio serve solo in occasione delle tornate elettorali? Non é questo il modo di trattare chi si spende nel volontariato, nella vigilanza, nel pronto intervento e spesso supplisce proprio dove gli Enti non riescono ad arrivare”.
Alla luce di questa valutazioni il Cpa chiede un incontro urgente all’assessore Morroni per discutere ed esaminare gli atti amministrativi appena emanati, affinché possa trovare una sintesi e rivedere le scelte operate dalla Giunta regionale. “E far sì – concludono i vertici del Cpa – che i cacciatori umbri non si sentano più figli di un Dio minore”.