Due ore, scarse, di caccia alla tortora. Tanto è durata la preapertura in Umbria. Un’ora in meno rispetto a quanto avvenuto lo scorso anno. Quando era stata utilizzata la stessa app conta-carniere. Quest’anno, però, la norma che vietava di cacciare in assenza di segnale internet è stata resa stringente. Tanto che si è scelto di non inviare più gli allert via sms, ma solo attraverso l’app.
Qualcuno lamenta di non aver ricevuto nulla, pur trovandosi in zone coperte darete internet. Come Simone Petturiti, presidente regionale di Federcaccia, associazione che, a certe condizioni, non si è schierata pregiudizievolmente contro l’utilizzo della tecnologia, se questo può consentire di cacciare alcune specie. “Lo scorso anno l’app aveva funzionato, quest’anno no – lamenta Petturiti – . Mi sentirò con le altre associazioni, ma credo sia necessario effettuare un riscontro sui tesserini per capire cosa sia realmente avvenuto”.
L’asincronia sui numeri di animali abbattuti rispetto al carniere complessivo e le percentuali, come nel caso dell’allert “arancione” del 60%, sembrano siano dovute alla necessità di aggiornare l’app quando veniva nuovamente aperta dal cacciatore. Insomma, il classico refresh per aggiornare i capi effettivamente abbattuti.
I conti che non tornavano hanno comunque ingenerato sospetti tra i cacciatori. Alcuni dei quali ci hanno contattato, auspicando un controllo di una cabina di regia con la presenza anche di rappresentanti del mondo venatorio. “E’ una questione di trasparenza. Altrimenti chi ci garantisce che gli animali abbattuti siano effettivamente quelli?”, il dubbio manifestato.
L’ora in meno in cui, rispetto allo scorso anno, si è abbattuto lo stesso numero di tortore viene evidenziato anche dal presidente umbro di Anuu, Vladimiro Boschi: “O c’erano più tortore, o i conteggi sono stati sbagliati”. Invitando a valutare soluzioni diverse per una preapertura che, così, non ha senso.
A PunzoZero, la società che gestisce i sistemi informatici per la Regione, tra cui l’app conta-tortore, le richieste di intervento sono arrivate per difficoltà di accesso all’app, dovuto ad errori nella digitazione della password. Per il resto, il sistema ha funzionato, anche se si stanno approfondendo alcune delle criticità segnalate.
L’attuale app dovrebbe comunque essere superata. Con il tesserino digitale, che in forma sperimentale dovrebbe debuttare a breve, il problema della necessità di avere il collegamento internet per cacciare sarà superata. Il meccanismo, assicurano i tecnici che ci hanno lavorato, è tecnologicamente molto più avanzato.
“Diversamente la preapertura non era fattibile” è la constatazione del presidente umbro di Arci Caccia, Emanuele Bennati. Che evidenzia come la stessa procedura sarà attuata anche per altri piani di gestione. “Anche se il sistema può essere migliorato” aggiunge.
E il tesserino elettronico, in prospettiva, può essere una soluzione: “Prima entra in funzione – commenta Bennati – e meglio è. In forma facoltativa, dando il tempo a noi associazione di preparare i cacciatori. Bisogna che il mondo venatorio cresca, contribuendo a pianificazione, approccio scientifico e compatibilità ambientale. La caccia – conclude – è una tradizione antica, ma non è detto che non si possa modernizzare”.
Guarda all’altro lato della medaglia il delegato per l’Umbria di Enalcaccia, Francesco Ragni: “L’attività venatoria esercitata da sempre ormai non c’è più. E’ in atto un tentativo di far morire la caccia sociale, per andare verso quella a pagamento. Anche la preapertura – evidenzia – una volta era una festa. Ora c’è tanta delusione tra i cacciatori”.
Da sempre contrario all’app conta tortore ed ai sistemi elettronici il presidente della Libera Caccia, lando Loretoni: “La figura del cacciatore è snaturata. Ci obbligano a fare tutto, tranne esercitare la nostra passione per la caccia”.
Nei disagi per la preapertura Loretoni vede la conferma dei timori che aveva manifestato: “Dai riscontri avuti, crediamo che sia stata abbattuta una quantità inferiore di animali rispetto al carniere massimo. Questa tecnologia ci danneggia e basta”. Quindi conclude, lapidario: “Il nuovo giorno per i cacciatori sarà quello dell’apertura nella stagione venatoria seguente alle prossime elezioni regionali”.
E a proposito di politica, i consiglieri della Lega Puletti, Mancini e Castellari chiedono un cambio di passo all’Assessorato, dopo le tante lamentele raccolte da parte dei cacciatori. “Questo malessere – evidenziano – poteva essere almeno in parte risparmiato, al netto delle scellerate leggi europee che siamo obbligati a recepire, se a livello regionale fossero state accolte le proposte da noi fatte. In particolare – ricordano – per la deroga alle specie storno, tortora dal collare e piccione, come fatto nelle regioni limitrofe, così da consentire di cacciare in preapertura almeno per tutta la mattinata, anziché terminare già prima delle 8.30, una volta raggiunto il carniere fissato per la tortora. Indicato, tra l’altro, sulla base dei dati 2018 e non dopo un censimento dei capi effettivamente presenti in Umbria, come da noi richiesto attraverso l’Osservatorio faunistico regionale, e dopo un’accurata analisi dei tesserini riconsegnati dai cacciatori alle associazioni venatorie. Il fatto che quest’anno la preapertura sia durata un’ora di meno, del resto, sembrerebbe far pensare che ci siano più tortore nel territorio, a meno di errori nei conteggi”.
Lazio e Umbria furono le uniche due Regioni a non aver mandato i dati sugli abbattimenti negli ultimi anni disponibili, come era evidenziato nel Piano di gestione della tortora del 2021. “I tesserini delle stagioni venatorie riconsegnati dalle associazioni e non censiti, rimasti negli scatoloni dei magazzini della Protezione civile di Foligno, sono ancora lì” ricorda a questo proposito il consigliere Mancini, che personalmente li visionò, segnalando il fatto all’assessore Morroni.
C’è poi un altro aspetto, quello legato al divieto di cacciare nei luoghi privi del segnale internet. “Al di là dell’assurdità, e della pericolosità, del costringere il cacciatore a stare con il fucile su una mano e il cellulare sull’altra – proseguono i tre esponenti della Lega – non si comprende la scelta di aver eliminato, rispetto allo scorso anno, l’invio di sms. Se non con la volontà di rendere stringente il divieto di cacciare anche nelle zone al limite del segnale internet. Scelta che, come previsto, ha provocato disagi, con molti cacciatori che lamentano di non aver ricevuto alcun allert, pur cacciando in zone coperte dal segnale internet. Tanto più – aggiungono Puletti, Mancini e Castellari – che PuntoZero, ci risulta, per conto della Regione Umbria stia lavorando al nuovo tesserino elettronico che si vuole introdurre in futuro, in aggiunta a quello tradizionale cartaceo. Strumento che, utilizzando la stessa tecnologia dei servizi di soccorso, funziona anche nelle zone prive di segnale. Perché, dunque, attuare quest’anno questa stretta sull’utilizzo di un’app già desueta, destinata a scomparire? Come Lega – concludono – non possiamo che prendere le distanze da una simile gestione fatta di proposte inascoltate e regole sempre più restrittive, dove a rimetterci è sempre il cacciatore. Questo Assessorato deve cambiare passo”.