Città di Castello

Torrente Cavaione, “Una fogna a cielo aperto” | Scatta interrogazione

Il Torrente Cavaione di Città di Castello è in pessime condizioni. Una fogna a cielo aperto“. A dirlo sono anche i consiglieri Pd Mirko Pescari e Luciano Tavernelli che, sollecitati dei cittadini, hanno constatato personalmente, durante un sopralluogo, il forte degrado del piccolo corso d’acqua, soprattutto in prossimità degli abitati delle Graticole, tra via Cadibona, via Gherardi e via del Salaiolo.

I problemi lungo il torrente

In particolare i residenti della zona lamentano, da diversi mesi, la rottura di un collettore fognario, che raccoglie le acque nere della zona per convogliarle verso il depuratore, scaricando direttamente nel torrente.
Una situazione, quest’ultima, che provoca cattivi odori e la presenza di topi e altra “fauna fognaria”, in netto contrasto con un ambiente fluviale recentemente riconquistato da animali selvatici quali anatre, germani e pesci che risalgono dal Tevere.

Siamo convinti anche di una problematica di carattere sanitario, da risolvere con urgenza stante la stagione estiva prossima, che con il caldo aggrava le condizioni del torrente e di tutto il contesto che lo circonda

Il Torrente Cavaione

Il Torrente Cavaione, come la Scatorbia e il Vaschi, sono stati identificati dal Pums (Piano Urbano Mobilità Sostenibile) come aste e percorsi naturalistici che, partendo dal sentiero ciclopedonale del Tevere, permettono di percorrere i corsi d’acqua in un contesto ambientale da conservare e promuovere, caratterizzato da attraversamenti dei quartieri a nord della città verso le colline di Userna, Belvedere e Fontecchio.

L’interrogazione

Pescari e Tavernelli interrogano per questo l’amministrazione comunale, per richiedere “un tempestivo intervento, sostituendo i pochi metri di tubatura del collettore danneggiati, evitando il perdurare dell’inquinamento; di autorizzare e progettare nuovi sistemi, più naturali per i collettori fognari, evitando di trasformare i torrenti in canali cementificati, veri responsabili di esondazioni; di completare i pochi tratti residui rimasti, di sentiero lungo le aste dei torrenti, provvedendo ad una ripulitura dolce e conservativa delle sponde, veri argini naturali al dissesto idrogeologico“.