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Torre Orsina Terni, grazie ad una famiglia del luogo restaurata la scultura di S. Sebastiano

Domenica 20 gennaio 2019 l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo ha celebrato la Messa nella chiesa parrocchiale di Torre Orsina di Terni in occasione dell’inaugurazione del restauro della scultura di S. Sebastiano. Il recupero è stato possibile grazie alla generosità di Lucio Franceschi e di sua sorella, abitanti del paese.

Col Presule hanno concelebrato: don Elvis Antony parroco di Torre Orsina e Collestatte, padre Jose Mecheril parroco di Cerreto di Spoleto e Vicario del Vicariato della Valnerina (che si estende da Verchiano di Foligno fino a Collestatte di Terni e comprende anche le parrocchie di Cesi di Terni e Portaria di Acquasparta), don Simone Maggi parroco di Cesi e di Portaria. Presente senza concelebrare don Davide Travagli parroco di Arrone e di Polino, Pievano della Pievania di S. Bernardino. Molti i fedeli che hanno partecipato alla Messa. Diacono: Ruggero Cirulli.  Il consigliere comunale Paolo Cicchini rappresentava il sindaco di Terni Leonardo Latini. C’erano, poi, membri della Fondazione Cassa di Risparmio di Terni, della Sovrintendenza e il restauratore.

Nell’omelia mons. Boccardo ha ricordato come S. Sebastiano fu un martire. «Di lui – ha proseguito – altro non sappiamo, come ad esempio se fu un grande personaggio, se realizzò delle opere, se raccolse a sé le folle. Eppure è ricordato in moltissime parti e questo perché ha saputo custodire il dono della fede, per la quale ha dato anche la vita. Fare memoria di questo Santo, allora, è un invito per noi che siamo qui a celebrare l’Eucaristia e a godere di questa scultura restaurata ad essere fedeli a Cristo, a non aver paura di assumerci le nostre responsabilità, ad essere seri, coerenti e coraggiosi, ad acquisire uno sguardo buono sulla realtà che ci circonda, ad avere mente aperta e cuore grande per non vedere fallire la nostra esistenza, ad essere capaci di affrontare la vita, anche le sofferenze, senza perdere la luce della speranza».

Saluti finali. Al termine della celebrazione c’è stata la spiegazione della storia della scultura e del restauro effettuato. Stefania Furelli dell’Alta Sorveglianza e Lavori della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria ha sottolineato che la scultura è stata letteralmente salvata grazie a questo restauro.

Era, infatti, abbandonata e probabilmente era conservata nella chiesa intitolata a S. Sebastiano, distrutta negli anni ’60 del ‘900 (ma non si hanno notizie certe di ciò). Poi, è stata sistemati in vari alloggi. «Questa scultura – ha detto – è della fine del ‘500, di autore ignoto e S. Sebastiano ha l’atteggiamento tipico del devoto, cioè con lo sguardo rivolto al cielo. La parte esterna è in gesso, mentre l’anima interna è in ferro. Probabilmente è stata lavorata sul posto e ciò potrebbe essere confermato dal fatto che a Piediluco, quindi non lontano da Torre Orsina, c’è una scultura realizzata con la stessa tecnica».

Il consigliere comunale Paolo Cicchini, complimentandosi per questo recupero, ha detto che solo «l’arte e il bello salveranno il mondo». Il restauratore Gianni Castelletta ha ricordato che in origine la scultura, molto pesante, circa due quintali, era bianca, con capelli, frecce e aureola in oro. Le frecce erano quasi andate tutte perdute e quindi sono state rifatte.  Lucio Franceschi, benefattore insieme alla sorella, ha raccontano che l’idea di offrire il restauro è nata da una questione affettiva: «La mia famiglia, infatti, viveva in piazza S. Sebastiano. E poi – ha detto – tutti noi siamo in dovere di valorizzare quanto i nostri antenati ci hanno lasciato».

La serata si è conclusa con un momento di fraternità nella ex chiesa di S. Antonio, adibita ad auditorium.