Cultura & Spettacolo

Tornate finalmente a Gubbio, dopo 174 anni, otto tavolette di Taddeo di Bartolo

Dopo ben 174 anni d’assenza, sono finalmente tornate a Gubbio e collocate nella prestigiosa sede di Palazzo Ducale le otto preziose tavole realizzate intorno al 1418 dal senese Taddeo di Bartolo (1362-1422) e originariamente appartenenti ad un polittico destinato alla chiesa eugubina di San Domenico. Erano state sottratte alla città umbra nel 1843 in seguito allo smembramento dell’opera. È stata la stessa Paola Mercurelli Salari, direttrice della storica residenza di Federico da Montefeltro appartenente al Polo museale dell’Umbria, a recarsi a Firenze per seguire in prima persona il trasporto.

Le tavolette erano state poste in vendita il 28 settembre scorso dalla casa d’aste Pandolfini di Firenze. Considerato il loro eccezionale valore storico-artistico, il Ministero per i beni, le attività culturali e il  turismo si è avvalso, per la loro acquisizione, del diritto di prelazione. È la prima volta dal 2014, dal varo cioè della riforma dei beni culturali introdotta dal ministro Dario Franceschini, che il Ministero si attiva in un’operazione del genere. E lo ha fatto espressamente per Gubbio e, con un’altra acquisizione, per gli Uffizi di Firenze.

Nelle otto tavole, tutte di vario formato, sono raffigurati san Pietro martire, il beato Ambrogio Sansedoni, due santi vescovi, san Luca, san Matteo, santo Stefano, san Tommaso d’Aquino. Le altre parti della pala smembrata sono esposte in importanti musei americani. In particolare, la Madonna col Bambino al Fogg Art Museum di Cambridge (MA) e due scomparti, ciascuno con una coppia di santi, rispettivamente al Memphis Brooks Museum of Arts e al New Orleans Museum of Arts.

“Il Palazzo Ducale di Gubbio “, ha affermato Paola Mercurelli Salari, “è sicuramente il contenitore storicamente e culturalmente più idoneo, se si tiene conto che è proprio da qui che prese avvio l’ascesa di Federico, il cui mecenatismo e il cui impegno a favore delle arti furono, in periodo rinascimentale, secondi solo a quelli di Lorenzo il Magnifico”.