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Torna la stagione del buonumore con “TeatroComico”, quello originale. Sabato 17 settembre sipario con Vito

La nuova stagione di TeatroComico ed. 2011/2012 sta per ripartire. Un assaggio di buon umore verrà offerto in anteprima Sabato 17 settembre p.v. al Teatro Caio Melisso di Spoleto con VITO e il suo spettacolo “SE GARIBALDI SCENDE DA CAVALLO”.
Saranno circa 20 gli spettacoli previsti in cartellone per la nuova stagione di TeatroComico che vedrà protagonisti i “senatori” e le nuove rivelazioni del cabaret e della comicità italiana.
Faranno da cornice agli spettacoli proposti, i più bei teatri delle città della Regione Umbria che, nonostante i tagli previsti dalla nuova legge finanziaria, credono nel progetto e hanno deciso di dare fiducia e continuità a questa rassegna nata da oltre 8 anni.
La formula che ha funzionato in questi anni, è stata quella dello spettacolo itinerante. L’obiettivo della manifestazione è quello di avvicinare il grande pubblico al teatro, attraverso una formula artistica originale, avvalendosi di artisti e produzioni fortemente “connaturate alla contemporaneità” e attraverso la “circuitazione di spettacoli come nuova e qualificata offerta, non solo per i teatri delle città più grandi, ma anche piccoli teatri della regione”. La rassegna è divenuta un appuntamento fisso e qualificato che va ad arricchire e diversificare la già nutrita offerta culturale regionale, senza entrare in contrasto con le esistenti produzioni.
A breve il programma della nuova edizione di TeatroComico 2011/2012.
Circuito Rivendite: Greenticket
Per info 393.2010202 dal Lun. al Venerdì dalle 10.00 alle 20.00 or teatrocomico@gmail.com
Un Evento Organizzato da Acme Produzioni.
www.acmeproduzioni.it – info@acmeproduzioni.it

Sabato 17 Settembre 2011 – ore 21.30
Spoleto, Teatro Caio Melisso
SE GARIBALDI SCENDE DA CAVALLO
con VITO
monologo di MAURIZIO GARUTI
regia di SILVIO PERONI
“Cosa penserà di noi Garibaldi ? Io ho sempre paura che ci giudichi…”.
La sua segreta paura è che gli eroi scendano dai piedistalli e vengano a dare un’occhiata per scoprire che ne è dell’Italia per la quale hanno combattuto.
Così, mentre le vicende di Garibaldi vengono raccontate con esilaranti situazioni sempre rigorosamente fedeli ai dati storici, l’Eroe, muto dall’alto del suo cavallo, ascolta.
Il Vito-narratore dice la sua sulle scelte di vita dell’Eroe, rammaricandosi del suo caparbio rifiuto di onori e di prebende; plaude alle imprese del combattente romantico, ma lo incita amichevolmente a non trascurare troppo il suo interesse, perché anche lui, come noi, “tiene famiglia”.
La dirittura morale di Garibaldi è uno dei fili conduttori del testo di Garuti, e più che implicito è il rimando a un certo degrado della classe politica dei nostri giorni. Ma non è l’unico tema. Garibaldi fu un fiero avversario del regno temporale della Chiesa, ovvero di una “teocrazia” al centro del nascente stato
liberale italiano.
È una faglia che percorre tutta l’età risorgimentale, la cui ombra lunga mutatis mutandis si staglia anche nel dibattito politico e culturale odierno. E anche questo nodo problematico affiora all’orizzonte della pièce.
Dialoghi immaginari e apostrofi rivolte all’Eroe sono le forme per dare veste scenica alla materia storica, che passa dalla difesa della Repubblica Romana alla fuga rocambolesca attraverso le valli di Comacchio, dall’impresa dei Mille allo scontro in Aspromonte, senza trascurare la notoria passione del nizzardo per le donne C’è Mazzini, c’è Vittorio Emanuele II, c’è Cavour. Si riflette, si ripassa la storia.
E soprattutto si ride.
Dall’alto del suo monumento, Garibaldi “ascolta”. Apparentemente impassibile.
Ma se scendesse fra di noi?

VITO
Stefano Bicocchi in arte Vito, di recente nel film sulla strage di Marzabotto L’uomo che verrà diretto da Giorgio Diritti, si forma alla scuola di Teatro Bologna di Alessandra Galante Garrone; i suoi compagni sono Patrizio Roversi e Susy Blady; con loro ed i gemelli Ruggeri parteciperà, col personaggio Vito che era tutta mimica e senza parola, alla formazione del Gran Pavese varietà, spettacolo cult degli anni ottanta che si teneva al circolo pavese di via del Pratello di Bologna. Stesso gruppo che approda in televisione dove segna la strada ai varietà comici degli anni ottanta con Gran Paese varietà voluto da Gianni Minoli e soprattutto Lupo solitario, Matrioska e Araba fenice con Antonio Ricci e Mediaset che hanno segnato il percorso della comicità televisiva degli anni a venire.
Vito da personaggio muto passa negli anni novanta con uno spettacolo fortunato dal titolo Se perdo te alla parola; lo spettacolo di recente riproposto nei teatri italiani, segna il percorso legato alla poetica della bassa con personaggi ispirati alla lunarietà di quelli descritti da Guareschi, Zavattini e Fellini; gli spettacoli, sempre in coppia con Francesco Freirye e Daniele Sala come autori, sono Don Chisciotte o la vera storia di Guerino e suo cugino con Enzo Iacchetti e salone Meraviglia con Antonio Albanese e Tita Ruggeri.
Attraversa il cinema proprio partendo da Fellini con La voce della luna e poi inizia un sodalizio con Alessandro Benvenuti col quale gira diversi film tra i quali Ivo il Tardivo per il quale viene candidato come miglior attore non protagonista al Ciak d’Oro. Entra anche nella poetica di Luciano Ligabue con un cameo in Radio freccia. Poi è coprotagonista nel film di Claudio Bisio Asini. La poetica della bassa continua con lavori di grande impegno e notevole successo quali Bertoldo primo testo rappresentato a teatro da Giulio Cesare Croce e Don Camillo da Guareschi con Ivano Marescotti che lo hanno portato nei maggiori teatri d’Italia con grande successo di pubblico e critica. Di recente è tornato alla tv con un personaggio che gli appartiene in Bulldozer su Rai Due con Enrico Bertolino e Federica Panicucci e ha dato vita ad un progetto con Raisat Gambero Rosso Channel alla passione da sempre della cucina con Invito a cena; è impegnato sempre in teatro nel grande progetto di rappresentare Miracolo a Milano da Zavattini insieme a Lorenzo Salveti già regista di Don Camillo che porterà in scena nella stagione teatrale del 2005.
Dopo il successo dello spettacolo sulla linea della poetica della bassa nascono tra il 2006 e 2007 i successi il grande caldo sempre in coppia con Francesco Freyrie e Daniele Sala e l’ultimo Piazzetta bicocchi 57. E’ stato coprotagonista del film i vicerè di Roberto Faenza (2007) ed è protagonista del film Albakiara di Stefano Salvati (2008). E’ stato premiato per la trasmissione tv Tintoria di Raitre a cui partecipa col personaggio Stella Rossa.