Per il 34enne di Città di Castello è scattato il divieto di avvicinamento alla vittima | Procura “Vittima in uno stato continuo di sofferenza, ansia e paura”
Indagato per atti persecutori nei confronti della moglie, scatta il divieto di avvicinamento. Il provvedimento è stato preso dal Gip di Perugia nei confronti di un 34enne di Città di Castello, sposato con la donna nel 2016 e dalla quale ha avuto una figlia nel 2018.
L’emanazione della misura cautelare si sarebbe resa necessaria, secondo quanto riferito dalla Procura, a causa della “gelosia ossessiva” dell’uomo, che era solito controllarla in ogni occasione, persino quando andava al lavoro.
Durante il periodo di separazione – era stato la donna a decidere di allontanarsi dall’abitazione coniugale – il 34enne aveva iniziato a contattarla al telefono fino a 70 volte al giorno, per costringerla a riprendere la convivenza e minacciandola di morte in caso di rifiuto.
La vittima alla fine, esasperata dalla situazione, si è convinta a chiedere aiuto alla Polizia tifernate e gli accertamenti degli agenti, in effetti, avrebbero accertato numerose vessazioni fisiche e psicologiche: in moltissime occasioni – sottolinea la Procura – l’uomo si era ripetutamente lasciato andare ad aggressioni verbali e gravi minacce contro l’ex compagna, “procurandole uno stato di sofferenza, ansia e paura”.
Data la gravità degli episodi il giudice ha deciso di emettere il provvedimento del divieto di avvicinamento alla donna, anche nei suoi luoghi di lavoro o quelli da lei abitualmente frequentati. Qualora il 34enne violasse tale misura cautelare rischierebbe una pena da 6 mesi a 3 anni.