Tordi e merli dopati per cantare, armi modificate: blitz anti bracconieri in 4 regioni

Tordi e merli dopati per cantare, armi modificate: blitz anti bracconieri in 4 regioni

Redazione

Tordi e merli dopati per cantare, armi modificate: blitz anti bracconieri in 4 regioni

Ven, 19/07/2024 - 10:36

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Dopavano con farmaci al testosterone tordi e merli da utilizzare come richiami vivi per farli cantare meglio. E modificavano le armi che utilizzavano nell’attività di bracconaggio. Blitz dei carabinieri forestali in quattro regioni (Umbria, Toscana, Lombardia e Campania) nell’operazione anti bracconaggio, denominata Turdus Aereus, coordinata dal Reparto Operativo-Sezione Operativa Antibracconaggio e Reati in Danno degli Animali del Raggruppamento Carabinieri Cites, unitamente dal Gruppo Carabinieri Forestale di Perugia e dal Centro Anticrimine Natura di Udine, che ha visto impegnati 131 militari.

A seguito delle perquisizioni effettuate nei confronti di 5 soggetti che operavano in Umbria, altri 5 in Toscana, 2 in Lombardia e altrettanti in Campania, sono stati sequestrati 927 uccelli, di cui 164 morti, e oltre 141mila euro.

I 164 uccellini morti erano appartenenti a una specie protetta, mentre i 763 animali recuperati vivi erano esemplari di tordi, merli e cesene, alcuni dei quali privi di anello identificativo, mentre altri risultavano affidati a centri di recupero per la riabilitazione e il successivo rilascio in natura. I bracconieri manomettevano gli anelli e li falsificavano, come dimostrano anche gli oltre 2mila anelli sequestrati. Insieme a reti da uccellagione e richiami acustici elettromagnetici. E munizioni di vario calibro, insieme ad armi abusive, clandestine ed anche alterate.

E soprattutto ingenti quantità di farmaci dopanti, a base di testosterone, utilizzati per forzare i tempi naturali degli uccelli ed indurli a cantare. Farmaci che, spiegano i carabinieri forestali, possono provocare gravi danni all’apparato neuro endocrino degli animali, sino a stravolgerne la fisiologia e a provocare possibili effetti patologici.

Gli uccelli venivano prevalentemente catturati in natura dai nidi, e una volta trattati procuravano ingenti guadagni, dato che un esemplare da richiamo era venduto anche a 300 euro. Generando un giro d’affari notevole.

Ai vari indagati coinvolti nelle indagini dei Forestali, coordinati dalla Procura di Udine, sono stati contestati i reati di associazione per delinquere, sostituzione di persona, frode in commercio, maltrattamento di animali, furto e furto aggravato, ricettazione, riciclaggio ed impiego in attività economiche o finanziarie di denaro, beni o altre utilità provenienti da delitto, uso abusivo di sigilli e strumenti veri, detenzione abusiva di armi, alterazione di armi, armi clandestine detenzione illegale di munizioni.

(foto di repertorio)

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