Esposto in merito alle condizioni del Topino. Legambiente Umbria, facendo seguito alla segnalazione del circolo di Foligno, in data 7 ottobre 2020 ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica in merito alle preoccupanti riduzioni di portata del fiume Topino rilevate in questa siccitosa estate dall’associazione stessa.
Infatti, i valori di portata misurati in luglio ed agosto presso la Stazione di rilevamento sul ponte tra Foligno e Bevagna sono stati rispettivamente di 171 e 100 litri al secondo, valori ben al di sotto di quanto stabilito per legge come deflusso minimo vitale (DMV) che corrispondevano a 790 litri al secondo. L’esposto si è reso necessario per attivare chi di competenza a fare chiarezza sulla lenta scomparsa del fiume, patrimonio secolare di una vallata, ed eventualmente indagare sulle cause, tra cui prelievi eccessivi alle sorgenti e a valle, concessioni e eventuali abusi che negli anni hanno portato il fiume a continue riduzioni di portata al di sotto del deflusso minimo vitale, compromettendone la sopravvivenza stessa.
“Una situazione – dicono – aggravata certamente dal cambiamento climatico, che ha visto negli ultimi anni primavere sempre meno piovose e più calde, portando anche la nostra verde Umbria ad una grave crisi idrica, con la progressiva riduzione dell’enorme patrimonio di sorgenti e acque superficiali tra cui fiumi e laghi. L’acqua è però il bene comune più importante, ed è necessario tutelare e preservare la quantità e la qualità di questo bene, anche difendendosi dagli sfruttamenti commerciali che possono metterlo a rischio. La nostra regione in Italia quella col maggior prelievo pro capite di acque minerali per la vendita in bottiglia, prelievi che vengono fatti a fronte di canoni esigui e che devono farci prestare massima attenzione a che questa pratica non infici le nostre preziose sorgenti“.
Legambiente Umbria sta monitorando da tempo la situazione delle sorgenti e delle acque superficiali della nostra regione e secondo il presidente Maurizio Zara “le cause di questa crisi idrica sono certamente molteplici e complesse, ma quello che ci preoccupa come associazione è l’assenza di una pianificazione strategica a livello regionale, per attuare misure che riducano gli sprechi idrici, a razionalizzare gli investimenti, ad attuare azioni di controllo e monitoraggio del territorio al fine di salvaguardare la risorsa acqua”.
“Sorvegliato speciale questa volta è stato il fiume Topino” aggiunge Marco Novelli, presidente del circolo di Foligno, e prosegue ”certamente si deve capire se attività come il mancato funzionamento del meccanismo di reintegro alle captazioni per uso potabile, le concessioni per la vendita di acqua in bottiglia e l’uso irriguo per agricoltura di tipo intensivo siano state fatte entro i limiti di legge e rispettando l’ecosistema sorgivo e fluviale, perché i cittadini di Foligno sono anni che vedono languire il fiume Topino senza aver mai avuto risposte chiare da parte delle istituzioni; le cospicue precipitazioni di questo inizio autunno non devono farci abbassare la guardia, il problema si ripresenterà in estate con tutta la sua gravità, come ogni anno”.