Avrebbe compiuto cento anni, quest’anno, Astor Piazzolla, universalmente noto come geniale e raffinato rivoluzionario del tango; artefice di una radicale rivisitazione di un genere che uscì dalle sale da ballo per entrare – e dalla porta principale – nelle sale da Concerto.
Tango che nasce e s’identifica con la sua terra d’origine, l’Argentina, la stessa patria di Piazzolla. Paradossalmente, tuttavia, l’Argentina fu l’unico Paese che non tributò mai alcun riconoscimento al compositore bonaerense. La sua patria infatti non volle mai riconoscere la grandezza di Piazzolla. Colpa forse – o merito – dell’orizzonte internazionale e trasversale nel quale egli volle iscrivere ogni sua esperienza, dai viaggi, dalla formazione musicale europea, dai palcoscenici frequentati; alle contaminazioni stilistiche e tra arti con coerente determinazione cercate e splendidamente riuscite.
A questa sua costante ricerca i puristi del tango hanno sempre voltato le spalle tacciando Piazzolla di tradimento di un genere rigidamente codificato per tradizione. Ma la Musica è vita, vita che sopravvive alla stessa esperienza terrena di chi l’ha scritta. A questa vitalità, rivoluzionaria com’è ogni forma vivente che sboccia lacerando il tessuto dentro il quale viene concepita, lussureggiante farfalla che si libra oltre la sua crisalide, UmbriaEnsemble dedica un evento musicale in occasione del centenario della nascita di Astor Piazzolla.
Domenica 27 giugno, con inizio dalle ore 21, nei suggestivi spazi medievali dei portici comunali che affacciano sulla piazza principale di Todi, UmbriaEnsemble in formazione di quartetto d’archi (A. Cicillini e C. Rossi, violini; L. Ranieri, viola; M. C. Berioli, violoncello) porta in scena “La muerte del Angel”, un Concerto ispirato proprio all’attitudine del compositore argentino di misurarsi con altri ambiti artistici, come il teatro, il cinema, la Musica jazz, attraverso una scelta di brani molto popolari alternati ad altri di raro ascolto: tra gli altri, “La muerte del Angel”, parte di una suite scritta per una pièce teatrale; il notissimo “Libertango”, felice esperimento di fusione tra tango e jazz; il più raro – e raffinatissimo – “Jeanne y Paul”, originariamente composto per il film “Ultimo tango a Parigi” di Bertolucci che poi optò per altre musiche; il lirismo di “Oblivion”, scritto per l’“Enrico IV” di Bellocchio. Molto cinema, a sottolineare la vocazione cinematografica di Todi.
Un evento dal colore fortemente nostalgico, che ben si sposa con l’elegia “Crisantemi” di Puccini, fulcro ideale delle due parti del programma.
“La mia musica è triste perché il tango è triste. Il tango ha radici tristi e drammatiche, a volte sensuali, conserva un po’ tutto…anche radici religiose. Il tango è triste e drammatico, ma mai pessimista” (A. Piazzolla).
Ingresso libero al Concerto