Todi, il Castello di Petroro al pubblico "incanto" - Tuttoggi.info

Todi, il Castello di Petroro al pubblico “incanto”

Redazione

Todi, il Castello di Petroro al pubblico “incanto”

25mila euro per il primo anno e per 2500 metri quadri / Il bando
Lun, 24/11/2014 - 10:49

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Il Castello di Petroro, a Todi, antico borgo fortificato ricco di storia antica e recente, è ormai da qualche giorno al pubblico “‘incanto”.
L’istituzione proprietaria, l’Ente Tuderte di Assistenza e Beneficenza “La Consolazione”, ha infatti pubblicato un bando per la sua locazione al miglior offerente (la scadenza è fissata per il 14 gennaio 2015).
Una scelta questa che arriva dopo il completamento dei lavori che hanno permesso di ottenere l’agibilità e che ha l’obiettivo di mettere a valore una struttura ora completamente ristrutturata (sito: http://www.i-m.mx/Manteric/castello2/home.html).

IL CASTELLO – Il complesso si compone di cinque storici corpi di fabbrica che si sviluppano su più livelli disposti in modo da determinare al loro interno una piccola piazza. La superficie complessiva, destinata ad attività turistiche, ristorative e direzionali, raggiunge i 2.500 metri quadrati, con camere, appartamenti, ristorante e saloni polivalenti; completano la struttura un parcheggio di 77 posti auto e un’area verde per oltre 1.000 metri quadrati. La sua precedente ed ultima funzione è stata quella di “fattoria”, alla quale facevano capo i circa 400 ettari circostanti, tuttora di proprietà dell’ETAB. Note storiche: http://www.etabtodi.it/Castello_di_Petroro.htm

IL BANDO – Il bando del Castello di Petroro è caratterizzato da elementi innovativi e qualificanti. Il primo è quello della previsione di un canone di affitto calmierato e modulato in modo crescente nei primi anni di contratto, a partire dagli appena 25mila euro della prima annualità, così da facilitare l’avviamento dell’attività che vi si intende insediare e la pianificazione degli investimenti connessi; il secondo è nello schema di selezione ed affidamento che prevede come criteri di valutazione delle offerte non solo quello puramente economico legato al massimo rialzo ma una serie di parametri legati al tipo di iniziativa culturale, turistica o sociale intrapresa, così da offrire un’effettiva e qualificata occasione di sviluppo economico al territorio anche in coerenza con le finalità statutarie dell’Ente Tuderte di Assistenza e Beneficenza proprietario del Castello.

VALORE PAESE – Anche il progetto “Valore Paese-Dimore” che è promosso dall’Agenzia del Demanio ed Anci, in collaborazione con il Ministro per la Coesione Territoriale, i Ministeri per i Beni e le Attività Culturali, dello Sviluppo Economico, il Turismo e lo Sport, sostiene e promuove l’iniziativa di Etab per la valorizzazione del Castello di Petroro. “Valore Paese”, all’interno del quale Petroro è stato da tempo inserito da Etab, punta a recuperare il patrimonio pubblico dismesso che abbia particolare valenza storico-artistica e paesaggistica e alla creazione di un brand simbolo di tutela, sviluppo, qualità ed affidabilità, il tutto declinato in funzione delle specificità locali. A sostegno della pubblicazione del bando, oltre alla diffusione sui siti internet dell’Agenzia del Demanio e delle altre istituzioni partner, “Valore Paese” ha dato la propria disponibilità ad organizzare, insieme all’ente proprietario, un evento promozionale per animare il dibattito in occasione della messa a bando dell’immobile.

IL SOLE 24 ORE – A riprova del rilievo del Castello di Petroro c’è anche il suo inserimento in un ampio reportage pubblicato nei giorni scorsi dal “Sole 24 Ore” (“Non è un affare di Stato” di Francesco Prisco), nel quale il complesso immobiliare tuderte viene indicato tra quelli – circa 200 – che, nell’immenso patrimonio di pregio di proprietà pubblica, si sta tentando di mettere a frutto, “prevenendo in questo modo le polemiche che nel nostro Paese arrivano puntuali quando si tratta di dismettere beni pubblici”. Il quotidiano confindustriale spiega che c’è un modello preciso cui ispirarsi: quello dei paradores spagnoli e delle posadas portoghesi, antiche formule di successo tuttora efficaci in terra iberica. In Italia sono andate in porto finora due operazioni di questo tipo: l’esperimento pilota di Villa Tolomei a Firenze, concessa alla cordata composta da MetaResort e IsHotel-Luxury Hotel Management, e quello dei vecchi caselli daziari dell’Arco della Pace a Milano, andati a un pool di imprese guidate da Pessina Costruzioni.

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