Giovedì 25 ottobre, in consiglio comunale verrà discussa la proposta della giunta municipale di introduzione della tassa di soggiorno. «Una proposta – spiega il sindaco, Antonino Ruggiano – che ci può fornire la concreta possibilità di una radicale svolta per la imposizione fiscale delle attività produttive nel settore della ricettività alberghiera».
«Giova, preliminarmente, evidenziare come la nostra città sia l’unica, tra quelle realmente turistiche della nostra regione, a non aver introdotto la tassa di soggiorno, che, negli altri comuni applicano da così tanto tempo, da considerarla cosa ormai scontata. L’unico altro Comune che non la aveva prevista era Assisi, che, quest’anno, la ha introdotta. Adesso, ci troviamo di fronte ad una scelta che è impossibile rinviare. Come possiamo, infatti, puntare su un futuro di turismo e di rilancio della città senza avere nemmeno una risorsa da destinare alla promozione del nostro territorio? Ci possiamo ancora permettere di vivacchiare, come è stato fatto fino ad ora, senza una reale strategia di promozione e marketing? Siamo in grado di affrontare le sfide internazionali, con le armi spuntate di chi decida di rinviare scelte, che possono sembrare difficili, ma alle quali siamo chiamati se vogliamo davvero crescere ed avere un futuro? Come possiamo pensare di rimanere competitivi sul mercato regionale, che ci vede affrontare la sfida di Assisi, Perugia e del lago Trasimeno, che, grazie alla tassa di soggiorno e milioni di presenze, possono mettere sul piatto risorse ingenti e decisive? A queste domande, una Amministrazione seria e responsabile non può sottarsi, ma ha l’obbligo di fornire risposte ed assumersi responsabilità. Ci siamo candidati alle elezioni per cambiare la nostra città, per dare ad essa un futuro che sia diverso dal declino al quale sembravamo rassegnati. Questo percorso sarà duro, lungo e difficile, ma non ci vedrà arretrare per convenienze personali o per un inutile e sterile assemblearismo, di chi argomenta per anni senza assumersi responsabilità e prendere decisioni».
«A fronte di queste esigenze – prosegue il sindaco – abbiamo trovato un settore ricettivo in gravissima crisi. La scellerata gestione della comunicazione dopo il sisma ha sicuramente creato allarmismo e paura nei turisti, ma ha trovato una realtà già in condizioni difficilissime. Forse non tutti conoscono la reale condizione in cui versano le nostre attività ricettive, che subiscono una clamorosa imposizione fiscale soprattutto in relazione al pagamento della TARI, la tassa sulla produzione di rifiuti. Ed in vero, a dispetto di un utilizzo delle strutture con percentuali intorno al 30-35%, la tassa viene applicata sulla intera struttura. Sicché si verificano delle condizioni di assoluta ingiustizia che vedono le attività ricettive pagare ogni anno (in base ai metri quadrati) migliaia e migliaia di euro per superfici che non vengono nemmeno utilizzate. Gran parte di queste aziende non riescono materialmente a sostenere il costo di una tale imposizione, ingiusta e vessatoria. Si è, dunque, pensato ad una soluzione che contemperasse, da un lato, le esigenze della promozione e dello sviluppo del territorio e, dall’altro, che risolvesse i problemi atavici di una tassazione ingiusta e vessatoria».
Su queste premesse è stato deciso di proporre al consiglio comunale «la introduzione di una tassa di soggiorno, che graverà sulla utenza e non sugli esercenti, con tariffe davvero al minimo, i cui proventi verranno per intero destinati alla promozione della città: per il 50% – spiega il sindaco – a favore di servizi ambientali che miglioreranno il decoro e la pulizia, mentre il restante 50% sarà messo a disposizione delle proposte degli imprenditori del settore ricettivo, affinché predispongano un piano (in accordo col Comune) che inizi a promuovere la nostra città».
«La misura permetterà, inoltre, di operare la più grande riduzione di tasse sul settore ricettivo, mai operata in Italia da un ente locale. La nostra città diverrà un esempio virtuoso per tutte le altre amministrazioni municipali.Le strutture ricettive, infatti, godranno di una riduzione della TARI, fino al 75%, cominciando a pagare, finalmente, soltanto sugli spazi utilizzati e, dunque, nei quali producono rifiuti. Una svolta decisiva – conclude Ruggiano – per il sostegno degli imprenditori e per il rilancio della città».
Nel dettaglio, l’imposta di soggiorno è stata determinata per persona e per pernottamento con tariffe che – per gli alberghi – sono pari a 1,70 euro al giorno per persona (1 stella), 1,80 euro al giorno per persona (2 stelle), 1,90 euro al giorno per persona (3 stelle), 2 euro al giorno per persona (4 stelle), 2,10 euro al giorno per persona (5 stelle). Per tutte le altre strutture ricettive, la tariffa sarà di 1,50 euro al giorno per persona.
Sono esenti dal pagamento dell’imposta: i minori fino al compimento del 15esimo anno di età, che soggiornano con i propri genitori o, comunque con un adulto e che non viaggiano quindi in gruppi scolastici e similari nell’ambito di gite didattiche e simili; i soggetti che assistono i degenti ricoverati presso strutture sanitarie del territorio comunale, anche in regime di day hospital, per un massimo di due accompagnatori per paziente; i pazienti che effettuano cure ospedaliere in regime di day hospital presso strutture sanitarie site nel territorio comunale; gli studenti iscritti alle università pubbliche e private paritarie di Perugia; gli eventuali ospiti di strutture ricettive in esse collocati con ordinanze o altri provvedimenti di protezione civile emanate a seguito di calamità naturale o per finalità di soccorso umanitario ed i volontari che prestano servizio in occasione di dette calamità o finalità di soccorso umanitario.
Le strutture ricettive avranno diritto ad una scontistica agganciata all’indice di utilizzo delle camere e così quantificata: con una percentuale di utilizzo inferiore o pari al 30%, la riduzione sarà del 75%; con una percentuale di utilizzo superiore al 30% e fino al 50%, la riduzione sarà del 65%; con una percentuale di utilizzo superiore al 50% e fino al 70%, la riduzione sarà del 50%; con una percentuale di utilizzo superiore al 70% e fino al 90%, la riduzione sarà del 20%. In termini finanziari, stando alle proiezioni effettuate dagli uffici comunali, le riduzioni avranno importi piuttosto consistenti e che potrebbero arrivare a risparmi prossimi ai tre quarti rispetto a quanto non si paghi oggi.
Per le strutture che, ad esempio, oggi pagano oltre 10.000 euro, l’imposta futura potrebbe oscillare da 2.700 euro (per un tasso di occupazione compreso fra 0 e 30%) e 8.700 euro (per un tasso di occupazione compreso fra 70 e 90%).