Alessia Chiriatti
Una cisterna d’acqua sotterranea, nei meandri di Palazzo Toni, sede del Liceo Classico Pontani Sansi Leoncilli di Spoleto: una cantina allagata da circa 200 anni, ancora stabile perché ricavata nella roccia, ma mai esplorata finora. Tuttoggi, ieri mattina, ha assistito a tutte le operazioni – trasmettendo l’intero evento in diretta streaming – della Compagnia Subacquea Nautilus di Foligno che ha eseguito l’esplorazione grazie all'interessamento dello spoletino Massimò Macrì, fautore della 'discesa in acqua. I sub Giampiero Galardini, Paolo Scarponi, Emanuele Verdoni ed Emanuele Melelli, si sono calati nella cisterna piena d’acqua muniti di telecamera subacquea, grazie alla quale è stato possibile seguire in diretta ciò che gli esploratori riuscivano a vedere e scoprire mentre si addentravano nelle stanze che compongono i sotterranei del palazzo. La preparazione dei subacquei ha richiesto un po’ di tempo per l’allestimento dell’attrezzatura e degli strumenti necessari per i rilevamenti.
Grazie al commento in diretta del presidente della Nautilus, Dario Franquillo, e ad uno schermo posizionato all’esterno dell’Istituto, anche gli studenti del Liceo hanno avuto l’opportunità di guardare, con gli occhi dei sub, come sono realmente strutturate le fondamenta della scuola. La ricognizione ha portato tuttavia poco alla luce: qualche bottiglia di birra, l'anta di una porta, una tavoletta da wc e altro materiale da risulta, lasciato lì forse dopo i lavori di ristrutturazione del Liceo. Unico elemento di rilievo, l’incisione della data 1667, su una delle pietre che costituiscono la muratura del sotterraneo, coincidente, probabilmente, con l’anno in cui la famiglia Toni acquistò il palazzo. L’esplorazione è stata comunque utile per scoprire la reale planimetria dei sotterranei: sono infatti solo due i locali, di circa 55 metri ciascuno, che compongono l’area della cisterna, e non una serie di vani come si pensava prima della discesa dei sub. Inoltre è ipotizzabile che l’acqua sia affluita dopo, e che quindi non sia sorgiva, e che anticamente quegli spazi fossero usati come cucine. Altra ipotesi emersa è che la cisterna non sia stata una cantina, ma piuttosto una carbonaia. Si è potuto infine rilevare, essendo ancora presenti i residui, che una delle volte è crollata, senza però compromettere la solidità dell’edificio. La ricognizione è durata poco più di mezz’ora, e la temperatura dell’acqua era tra i 14 e i 17 gradi. Unico grosso problema quelle che in gergo si chiamano “sospensioni”, ossia il sedimento che rimane sul fondo, costituito da materiale organico di diverso tipo e che, se mosso, può causare una discreta diminuzione della visibilità, elemento fondamentale, specie per immersioni speleologiche di questo tipo, con un certo grado di difficoltà.
“Un evento importante che cade proprio durante il 150mo della scuola”: così lo ha commentato la preside del Liceo Roberta Galassi che ha seguito da vicino tutte le operazioni. Presente all’evento anche l’Assessore alla Scuola Battistina Vargiu, la quale si è accodata alle parole della Preside, ricordando l’importanza storica del Liceo per la città di Spoleto e la preziosa collaborazione da parte di tutti gli enti ed istituzioni. Fra gli intervenuti anche il comandante dei carabinieri, Fabio Rufino, quello della polizia municipale, Vincenzo Russo, il dirigente alla cultura Sandro Frontalini e molti altri concittadini che non hanno voluto mancare ladiscesa dei sub.
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