Carlo Ceraso
Doveva essere un normale controllo. Ma il comportamento nervoso degli autisti di due tir e alcune discordanze fra i documenti hanno convinto una pattuglia della polizia stradale di Foligno, coordinata dal comandante Maurizio Gallinella, ad ispezionare i due ‘bisonti’ facendo una amara scoperta: nelle cabine di guida qualcuno aveva installato un pulsante che di fatto eludeva la registrazione dei rispettivi tachigrafi. Ma andiamo con ordine. Nella giornata di ieri una pantera della stradale nota due camion che trasportano inerti procedere verso Spoleto. Il capopattuglia decide il fermo per il controllo dei mezzi. I due autisti, entrambi residenti nel perugino dove lavorano per una ditta del capoluogo, si mostrano sin dalle prime battute nervosi. Gli agenti passano così a controllare i tachigrafi (o cronotachigrafi), i dispositivi che registrano i tempi di guida, le distanze percorse e la velocità sostenuta. La loro installazione è obbligatoria per gli automezzi adibiti al trasporto di persone (più di 9) o di merci (superiori a 3,5 tonnellate). Qualcosa non torna e la pattuglia decide così di ispezionare il veicolo scoprendo su entrambi i mezzi uno strano pulsante: i poliziotti scoprono così che, una volta azionato, viene automaticamente disinserito il tachigrafo. Ai due camionisti è stata così ritirata la patente e comminata una multa di 800 euro ciascuno. Più pesante l’azione nei confronti del titolare dell’impresa: oltre ad una sanzione di 1.600 euro è stato denunciato in stato di libertà per omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro. E’ la prima volta, a quanto è dato sapere, che le forze dell’ordine riscontrano simili comportamenti da parte di camionisti umbri. Il sospetto però è che il ricorso a tali stratagemmi sia più diffuso di quanto si possa immaginare.
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