Alla ripresa dell’anno scolastico, tra timori, incertezze e misure anti Covid, appello dei lavoratori umbri delle mense scolastiche.
“Chiediamo – scrivono in una lettera, oggi inviata alle autorità, i sindacati del settore, Filcams Cgil di Perugia e Terni, Fisascat Cisl dell’Umbria e Uiltucs Uil dell’Umbria – di accendere un riflettore sulla situazione, davvero critica, delle lavoratrici e dei lavoratori delle mense scolastiche. Parliamo di centinaia di donne e uomini nella nostra regione che hanno un ruolo estremamente delicato, visto che ogni giorno si occupano di cucinare, servire e trasportare le pietanze ai ragazzi e alle ragazze delle scuole umbre, materne, primarie, secondarie e università”.
Personale che si sente escluso, pur avendo un ruolo ancora più delicato in questa fase, di fronte all’emergenza Coronavirus.
“Gli addetti in questione – continuano i sindacati – vengono, di fatto, considerati un corpo ‘estraneo’ nel panorama della scuola, al contrario, riteniamo che la loro voce debba avere la medesima dignità di quella del corpo docente e del personale Ata. Si tratta di centinaia di lavoratrici e lavoratori invisibili, ma che svolgono un ruolo fondamentale nell’ambito delle scuole e che, per primi, hanno pagato e stanno pagando le conseguenze dell’epidemia di Covid19”.
I nodi: ribassi e stipendi dei mesi estivi
I sindacati sottolineano come queste lavoratrici e questi lavoratori già in condizioni “normali” subiscano in ogni anno scolastico il danno della mancata contribuzione e della mancata erogazione degli stipendi nei 3 mesi di sospensione dell’attività scolastica. Inoltre, sottoposti ad un regime di appalti o concessioni, pagano sempre per primi “la guerra al ribasso” nelle offerte relative ai bandi di gara.
“Ribassi – spiegano Filcams, Fisascat e Uiltucs – che si riflettono pesantemente sulle ore di lavoro accordate dalle aziende, con inevitabile ricaduta sugli stipendi. Parliamo di persone che stanno vivendo sulla loro pelle il disagio di un lavoro fortemente ridimensionato, cui si è aggiunto il danno di poter contare sull’ammortizzatore sociale solo fino alla naturale scadenza dell’anno scolastico”.
Le proteste
“In qualità di organizzazioni sindacali che rappresentano queste donne e questi uomini – continuano le tre sigle – abbiamo organizzato presidi sotto le Prefetture di Perugia e Terni, oltre ad aver chiesto un incontro alla Regione dell’Umbria al fine di individuare soluzioni per far fronte ai mesi di giugno, luglio e agosto nei quali questi lavoratori non hanno potuto beneficiare di alcuna forma di ammortizzazione. In altre regioni italiane sono stati siglati accordi sindacali che hanno individuato forme di copertura e di sostegno al reddito nei mesi estivi. Noi non abbiamo ricevuto alcuna risposta e ribadiamo con questa lettera aperta un principio che riteniamo fondamentale e che ispirerà le nostre imminenti azioni: i lavoratori e le lavoratrici delle mense scolastiche umbre sono parte integrante del sistema scolastico e non è accettabile, né degno di una comunità come quella umbra, ritenerli alla stregua di fantasmi, la cui voce non viene udita da nessuno”.
“Perché quegli stessi fantasmi, ogni giorno, si occupano di garantire un’alimentazione sana, corretta, nel rispetto delle norme igieniche e delle norme relative al Covd19, ai nostri figli. Ogni giorno”, concludono Filcams, Fisascat e Uiltucs.