Perugia

Tibet, scatti di un’antica cultura in cerca di un futuro di libertà

Immagini del Tibet, delle due montagne, dei suoi costumi, della sua cultura e del suo floklore, dei suoi leader, e soprattutto, dei volti della sua gente. Sono le 52 fotografie scelte tra Claudio Cardelli, documentarista Rai e fotografo, tra quelle da lui scattate nei suoi oltre quarant’anni di viaggi nei territori di cultura tibetana nell’Asia Centrale. Immagini dallo stesso Tibet occupato dalla Cina nel 1950, al Bhutan, al Sikkim, al Mustang, Zangskar, Ladakh senza contare il mondo della diaspora formatosi in India dopo la fuga del Dalai Lama dal Tibet nel 1959. Scatti con cui Cardelli porta in Italia le tradizioni e la spiritualità, ma anche la denuncia politica, di un popolo in cerca di autonomia e libertà.

Le rappresentanze tibetane: facciamo conoscere la condizione del nostro popolo

“Tibet Cuore dell’Asia” è il titolo della mostra fotografica che resterà visitabile alla Sala Cannoniera della Rocca Paolina di Perugia fino al 23 ottobre, tutti i giorni dalle 16 alle 19,30. A inaugurarla l’assessore comunale di Perugia Leonardo Varasano, insieme al ministro dell’informazione dell’Amministrazione Centrale Tibetana Norzin Dolma, della rappresentante del Dalai Lama in Europa Thienly Chukkyi, e della presidente della Comunità Tibetana in Italia, Tseten Longhini. Presente l’autore delle fotografie, Claudio Cardelli, presidente dell’Associazione Italia – Tibet, e il referente umbro Pierfrancesco Quaglietti.

Le autorità tibetane hanno sottolineato l’importanza di far conoscere, attraverso iniziative come questa, la condizione del loro popolo. “Il mio lavoro – ha chiarito Thienly Chukkyi – è divulgare la situazione attuale del Tibet e provvedere al benessere della popolazione tibetana in esilio”.

Varasano: mostra di grande valore umano e civile

“Questa – ha commentato l’assessore Varasano – è una mostra dal grande valore umano e civile, non soltanto paesaggistico, storico e culturale. Perché ci avvicina, attraverso le immagini, al Tibet e al suo popolo, facendoci sentire ancora più vicino ad essi. La mostra inoltre ci fa percepire la bellezza del cuore dell’Asia, ma anche la tempra del popolo tibetano ed il suo desiderio di libertà, indipendenza ed una sobria fierezza. Ciò ci fa capire l’importanza e la profondità della spiritualità e della cultura tibertana: valori che ci avvicinano perché annualmente cerchiamo di ricordare i fatti tragici di Lhasa e lo faremo in futuro con altri eventi. Questo con l’obiettivo di far comprendere ai più la bellezza e la sofferenza del Tibet e del suo popolo”.

La mostra

La mostra, corredata da pannelli illustrativi, mappe e documenti, schede e didascalie puntuali, rappresenta una sintesi di quel variegato ma peculiare “universo” umano che vedeva, e in parte ancora vede, in Lhasa, la città dove fino al 1959 per sette secoli sono vissuti i Dalai Lama, il suo faro guida. I Dalai Lama erano i capi politici e spirituali di un Tibet scomparso ma che oggi, pur sotto il dominio cinese, ha trovato nella diaspora e in questi mondi, da sempre satelliti culturali e religiosi del “Great Tibet”, la possibilità di mantenere vive e attive le tradizioni e l’identità di quell’antico e unico paese.

Il Tibet

Il Tibet, una nazione di oltre due milioni di km quadrati situata nel centro del continente asiatico, è diventata popolare in occidente negli ultimi decenni grazie alla instancabile opera di sensibilizzazione prima di tutto da parte del suo leader Tenzin Gyatso XIV Dalai Lama e poi dal lavoro ostinato e continuato delle comunità tibetane in esilio in India e nel mondo e dei gruppi di supporto alla causa tibetana presenti in quasi tutti i paesi.