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Thyssen Terni, esalazioni pericolose coperte dagli odorizzanti / “Attentato” alla salute pubblica

“Se solo avessero studiato un po’ di greco antico, non avrebbero utilizzato l’eucalipto”. E’ quanto afferma Andrea Liberati, vicepresidente Italia nostra. L’eucalipto mai. Parliamo della Thyssen che, dinnanzi alle pesanti esalazioni originate nello stabilimento, cerca di minimizzare gli odori impiegando l’essenza di eucalipto, la cui etimologia, guarda caso, significa nascondo bene. Ma, anzitutto, iniziamo dalle ‘grandi domande’:
1. funzionano i sistemi di allarme Thyssen? Il reparto ‘rottura emulsioni’ ne è dotato?
2. E’ stata mai fatta una simulazione di incidente con la popolazione?
3. E’ giusto a livello scientifico camuffare con un odorizzante ‘a base di pino ed eucalipto’ esalazioni industriali nemmeno comunicate ai residenti?
4. I cittadini sono sufficientemente edotti sui pericoli esistenti e sul Piano di Emergenza esterno?
5. Quali sono i rischi sanitari per dipendenti e cittadini esposti?

Già nel 2012 alcuni cittadini denunciarono per iscritto all’allora difensore civico del Comune di Terni, avv. Sara Quarantini, la dispersione nell’aria di sostanze volatili, fatto più volte salito agli onori delle cronache negli anni passati anche con precise e circostanziate denunce pubbliche.

Il difensore civico non esitò a trasmettere tali preoccupazioni alla stessa Thyssen, a Comune, Provincia e Regione, indicando come alcuni odori provocassero “bruciori alle vie respiratorie”. L’avv. Quarantini proponeva severe misure di prevenzione e contenimento, misure rimaste pressoché inascoltate: l’aggressione alla salute pubblica è proseguita tra silenzi invero spregevoli. Perciò nei mesi e negli anni seguenti i fenomeni non cessano di certo, specialmente d’inverno.

Di esalazione in esalazione, giungiamo a novembre 2014, quando i residenti, da Viale Brin a Santa Maria Maddalena, denunciano una paurosa fuga di gas metano.
Dopo un giorno di infruttuose ricerche da parte di ASM (distributore del gas), ARPA individua ufficialmente l’origine dei cattivi odori nel reparto ‘rottura emulsioni’ della Thyssen.

Ciò indica due cose:
1) Non c’è sistema di allarme. E, qualora ci fosse, non funzionerebbe. Inoltre i tecnici ARPA riportano che la Thyssen, al loro arrivo, stava provvedendo a spargere attorno alle vasche “un prodotto odorizzante a base di pino ed eucalipto”. Ecco: tale ‘tecnica’ è comprovata a livello scientifico oppure rappresenta soltanto un artificio per camuffare simili incidenti?
2) la ‘Scheda di informazione sui rischi di incidente rilevante per i cittadini ed i lavoratori’ della Thyssen non include affatto il reparto ‘rottura emulsioni’ tra le aree a rischio. Ma qualcosa è successo –accade da anni: sostanze volatili, provenienti dalla Thyssen, hanno non di rado determinato in alcuni cittadini forti irritazioni e nausee, fino al centro città. A maggior ragione l’impatto chimico sui dipendenti delle Acciaierie è di certo ben maggiore; secondo quanto riporta la relazione tecnica di sopralluogo dell’ARPA, gli stessi “operatori AST avrebbero lamentato preoccupazioni” in merito.

Oggi, dopo decenni di asservimento culturale, dopo aria e suoli ‘metallici’, dopo le acque al cromo VI, dopo il PCB disperso nell’atmosfera, dopo la contaminazione alimentare, registriamo episodi tanto più gravi alla luce dell’assordante silenzio aziendale, nonché di Comune, Provincia e Regione.
Per noi si tratta di veri e propri attentati alla salute pubblica: non potremo che domandare di nuovo l’urgente intervento della Prefettura e di ogni altra competente autorità.