I chiarimenti dell'assessore Morroni sull'interrogazione presentata dagli esponenti della Lega
Il tesserino venatorio cartaceo resterà come opzione anche con la progressiva introduzione in Umbria di quello digitale. Che comunque resterà indispensabile per alcune attività venatorie in cui è necessario conoscere i dati dei prelievi in tempo reale, come è stato per la tortora in preapertura negli ultimi due anni.
L’assessore regionale Roberto Morroni, rispondendo ad una interrogazione presentata dai consiglieri della Lega Manuela Puletti (primo firmatario), Marco Castellari e Valerio Mancini, che chiedevano appunto che fosse mantenuto anche il tesserino venatorio tradizionale, ha risposto che quella del digitale “sarà proposta come scelta volontaria”. Spiegando che “la progressiva introduzione del tesserino digitale è dovuta alla necessaria raccolta di dati”.
“È altresì indispensabile – ha aggiunto Morroni a proposito del tesserino digitale – per alcune attività venatorie in cui è necessario conoscere i dati dei prelievi in tempo reale. Prima dell’inizio e al momento dell’accertamento dei capi abbattuti si ritiene che l’utilizzo del cartaceo non interferisca. Ricordo inoltre – ha chiarito – che i dati raccolti sono disponibili tramite la ‘Fauna dell’Umbria online’, i dati vengono utilizzati per rendicontare gli abbattimenti a livello nazionale”.
Puletti, illustrando l’interrogazione, aveva ricordato che l’Umbria in un decennio ha visto calare, secondo i dati forniti dai tre Ambiti Territoriali di Caccia, di un abbondante 40% il numero dei praticanti l’attività venatoria sul territorio regionale. E che un sensibile segno meno non ha lasciato indenne nemmeno i soggetti provenienti da fuori regione, conteggiati come ospiti. Nell’ultimo triennio sono stati consegnati dal Servizio Regionale Procedimenti in materia ittico-venatoria, un numero sempre più basso di tesserini venatori alle associazioni di settore operanti sul territorio passati dai 26.700 del 2021/2022 ai 25.850 del 2023/2024.
“L’introduzione di un’apposita applicazione per il conteggio dei capi abbattuti fino al raggiungimento del tetto massimo stabilito a livello regionale, nella giornata di preapertura alla tortora la prima domenica di settembre – aveva argomentato Puletti – sembrerebbe aver mostrato molti limiti e alcuni disservizi nel suo funzionamento, tali da disincentivare i cacciatori a partecipare all’evento che segna tradizionalmente l’apertura della stagione venatoria. Il basarsi unicamente su dati raccolti digitalmente, potrebbe rivelarsi non completamente esaustivo per avere un inquadramento generale della presenza di determinate specie selvatiche, presenti in maniera stabile sul territorio regionale. Infatti l’auspicio sarebbe un monitoraggio costantemente svolto, non solamente mediante la contabilità dei capi abbattuti, bensì anche con l’osservazione costante della fauna selvatica da parte degli organismi preposti, che attualmente sembrerebbe non essere così puntuale. In quest’ottica, anche la metodologia dell’inanellamento, potrebbe aiutare ad avere un quadro maggiormente aderente alla realtà reale rispetto a quella virtuale, con azione censoria adeguatamente svolta infatti, sarà indubbiamente possibile giungere a risultati positivi per tutti gli addetti ai lavori”.
Da qui, secondo gli esponenti della Lega, l’opportunità di mantenere, con le modalità più opportune e adeguate, nel rispetto delle normative nazionali e comunitarie, la forma cartacea del tesserino per la pratica dell’attività venatoria in Umbria.
Alla luce di quanto risposto da Morroni, Puletti ha replicato: “Mi ritengo soddisfatta dalla risposta dell’assessore. L’utilizzo di entrambe le forme di tesserino è importante e denota la vicinanza del centrodestra alle associazioni venatorie. Il tesserino cartaceo – ha chiarito – non è una prerogativa di colore politico, anche in Emilia e nelle Marche si è scelto di adottare la duplice opzione. Concordo anche sull’importanza del tesserino digitale per i motivi che ha illustrato l’assessore”.