Il fatto che il tesserino venatorio digitale che la Regione Umbria vuole introdurre sarà aggiuntivo e non sostitutivo di quello cartaceo è stato accolto con un sospiro di sollievo dalle associazioni venatorie. Ma all’indomani della riunione con gli uffici regionali, in cui è stato approvato il progetto per la realizzazione della nuova app, diverse perplessità permangono, soprattutto tra alcuni rappresentanti delle associazioni venatorie.
Tra i più critici, il presidente regionale della Libera Caccia, Lando Loretoni. Che già la scorsa estate aveva condotto una battaglia contro la modalità del solo pagamento digitale della tassa regionale (con i tradizionali bollettini postali che sono stati rifiutati senza un preavviso) e poi nei confronti della app utilizzata per conteggiare le tortore abbattute nella giornata di preapertura.
Ora, questa parziale introduzione del tesserino venatorio digitale. “La tecnologia – spiega Loretoni – deve essere un’opportunità in più per il cacciatore e per il cittadino in generale. Ma in alcuni casi finisce paradossalmente per complicare le cose o per introdurre costi aggiuntivi”.
Come per il pagamento del PagoPa: “Si crea un danno economico all’Ente, che ha maggiori spese di riscossione. Si crea un disagio alle associazioni venatorie, il cui, servizio, lo ricordiamo, è svolto da volontari. E si danneggiano i cacciatori, ad esempio impedendo loro di usufruire delle agevolazioni previste per i più anziani attraverso la convenzione con le Poste”.
Il presidente della Libera Caccia boccia poi l’esperimento della app per la tortora: “Il sistema non ha funzionato, mostrando tutti i limiti che noi, in precedenza, avevamo segnalato. Già prima dell’apertura della caccia alla tortora c’erano già degli animali segnati come abbattuti. In diverse zone di caccia non c’era segnale internet e quindi la pretesa possibilità di conoscere gli abbattimenti in tempo reale di fatto non c’è stata”.
“E comunque – aggiunge Loretoni – il fatto che un cacciatore debba stare con il cellulare in mano non ha proprio senso. Si snatura l’attività venatoria, che vede il cacciatore a contatto con la natura, con il suo cane e il fucile. Ora si prova con il tesserino venatorio digitale, che in altre regioni ha fallito. E’ vero, la Regione ci dice che è un’opzione, perché non verrà eliminato il tesserino cartaceo. Però si tratta di un altro passo verso la riduzione del numero dei cacciatori, obiettivo che in Umbria si vuole perseguire sulla base di un Piano faunistico venatorio inadeguato. Ecco perché la Libera Caccia – conclude Loretoni – continuerà a difendere la tradizione venatoria”.