Stamattina, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Donini, alla presenza del sottosegretario al Ministero dei Beni culturali Ilaria Borletti Buitoni, è stato presentato il restauro conservativo della scultura, reso possibile grazie a una raccolta di fondi promossa dal Fai – Fondo Ambiente Italiano Umbria ed eseguito, con il benestare della Soprintendenza regionale, da Giovanni Manuali.
“L’Umbria, dopo il sisma di venti anni fa, ha fatto una scelta importante, dotandosi di un deposito per i beni culturali a Santo Chiodo di Spoleto – ha aggiunto l’assessore, ricordando la possibilità di visite guidate –, un ‘ospedale’ dove sono stati ricoverati migliaia di beni culturali messi in sicurezza dopo gli eventi sismici e che torneranno nei luoghi di provenienza, come questa statua lignea”. Proprio durante una visita guidata al deposito di Santo Chiodo, è stata scelta la “Madonna in trono con Bambino” quale bene culturale da restaurare su cui indirizzare i fondi raccolti dal Fai Umbria. “Abbiamo voluto dare un segnale di affetto, vicinanza e condivisione alle comunità colpite dal terremoto”, ha detto la presidente del Fai Umbria, Nives Tei, sottolineando la “splendida collaborazione, sempre concreta e fattiva” e ringraziando tutte le istituzioni coinvolte. “Salviamo tutto quello che ci appartiene e che ci rende unici nel mondo” ha aggiunto, richiamandosi ai principi del Fai e riservando un ultimo ringraziamento al restauratore, Giovanni Manuali, che “ha riportato la Madonna alla sua originale bellezza”. Nell’illustrare l’importanza dell’opera e le varie fasi di restauro, Manuali ha messo in risalto il “cuscino lavorato e damascato, manufatto molto prezioso, su cui poggia il Bambino”.
“In Umbria – ha rilevato la Soprintendente all’Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, Marica Mercalli – c’è una macchina che da dodici mesi, dopo gli eventi sismici, si sta impegnando e sta indirizzando i suoi sforzi per la salvaguardia del patrimonio mobile e immobile. Siamo grati alle associazioni per l’importante contributo che danno al nostro lavoro. Oggi presentiamo un restauro che si è felicemente concluso grazie al Fai, mentre in stretta collaborazione con l’Archidiocesi di Spoleto – Norcia stiamo cercando sponsorizzazioni per il restauro di altre 80 opere. Sono restauri che intervengono spesso anche su situazioni di degrado non attribuibili al terremoto. Il sisma – ha concluso – è anche l’occasione per studiare meglio queste opere, un proficuo contributo alla conoscenza e alla valorizzazione dell’arte della nostra terra”.
“Il restauro di questa bellissima e preziosa statua rappresenta una buonissima notizia – ha detto il sottosegretario ai Beni culturali Ilaria Borletti Buitoni – Il patrimonio culturale è collettivo e, se è bene comune, c’è una responsabilità comune. Il terremoto è stato un laboratorio, pur se drammatico, efficace perché ha unito tutti con l’obiettivo di recuperare il patrimonio ferito e la cui ferita ha provocato smarrimento, perché ha sbriciolato il senso della propria identità culturale. Tutti hanno collaborato per cercare di fare quanto più possibile per il territorio ferito”.
La statua è ora esposta nella mostra “Tesori dalla Valnerina”, parte del progetto “Scoprendo l’Umbria” promosso dalla Regione Umbria per lanciare il messaggio di una terra che reagisce agli eventi sismici con la forza del suo patrimonio culturale. La raccolta fondi per il restauro prosegue: chi desiderasse contribuire può farlo tramite bonifico bancario sul conto corrente intestato al Comitato FAI Umbria IBAN IT83X0570403000000000030567 indicando nella causale “contributo liberale restauro statua lignea”.