La governatrice riconfermata dal vertice del centrodestra, la sindaca di Assisi indicata dal campo largo del Patto avanti, salvo ripensamenti
Donatella Tesei vs Stefania Proietti. Questo lo scontro, annunciato, che si profila in autunno per la guida dell’Umbria. Una competizione al femminile, salvo – al momento improbabili – terzi incomodi al maschile. O ripensamenti delle due candidate in pectore, rispettivamente del centrodestra e del centrosinistra.
La prima, la governatrice uscente Donatella Tesei, ha visto confermata la sua candidatura nel summit dei partiti del centrodestra che si è tenuto nei giorni scorsi. Il ticket Romizi-Agabiti (sull’asse Forza Italia – Fratelli d’Italia) non è apparso come una valida alternativa, e non solo per non rompere il patto nazionale a suo tempo siglato tra Meloni, Salvini e Tajani. L’ex sindaco di Perugia e numero uno azzurro in Umbria è uscito ridimensionato dalle elezioni che hanno visto la sua città passare al centrosinistra, nonostante ci abbia messo la faccia in una lista personalizzata e allargata con una lunga campagna acquisti pescando anche in altri partiti. Il lavoro di Agabiti sui conti della Regione viene molto apprezzato, ma il suo ingresso piuttosto recente nel partito di Giorgia Meloni non spinge FdI a forzare la mano.
La sindaca di Assisi Stefania Proietti è stata investita dall’ultimo summit del cosiddetto campo largo (Patto avanti, in chiave umbra), che ha certificato quello che si sapeva da tempo. E che realisticamente non è stato messo in dubbio dall’ipotesi Piccolotti, che ha galvanizzato la sinistra con il successo di Vittoria Ferdinandi a Perugia e quello sfiorato da Mauro Mascotti – altra tipologia di candidata, ma su cui ha influito molto l’esponente di AVS nella sua città – a Foligno.
Gradita alla Chiesa, Proietti si è mossa in questi anni nell’area civica di centrosinistra, strizzando però l’occhio una volta al M5s, una volta al Pd. Con quella spruzzata di ambientalismo che piace a latitudini ancora più a sinistra. Insomma, con lei, ogni formazione che conta nel campo largo può dire di aver piazzato la “sua” candidata. Si attende che sciolga la riserva, in stile Ferdinandi.