Da Forza Italia continuano a dire che a definire i confini della coalizione che il 27 ottobre appoggerà in Umbria la candidata presidente Donatella Tesei saranno Matteo Salvini, Giorgia Melonoi e Silvio Berlusconi. Ma la presenza sul palco del leader di Cambiamo! Giovanni Toti, insieme ai leader di Lega e Fratelli d’Italia, è più che un indizio del fatto che la destra sovranista è pronta ad aprire le porte anche ai fuoriusciti da Forza Italia.
E così, rispetto all’ipotesi iniziale di inserire esponenti del movimento di Toti nella lista della candidata presidente Donatella Tesei, prende forza l’idea di “concedere” a Cambiamo! di poter avere la propria lista con il simbolo. Lista che potrebbe vedere direttamente scendere in campo i coordinatori regionali Pietro Laffranco e Aldo Tracchegiani. Oltre a personaggi contatti in varie città, dai delusi di Forza Italia agli esponenti di liste civiche di centrodestra, come a Spoleto.
Soltanto pochi giorni fa, intervistato da Il Giornale, Silvio Berlusconi ha liquidato il governatore della Liguria: “Mi pare che di fronte alla gravità di quello che sta succedendo i problemi di collocazione di un mio ex collaboratore passino in secondo piano. Preferisco occuparmi di politica, di idee, di programmi, per rilanciare e per ricostruire un centrodestra liberale che funzioni“. Ma è chiaro che di fronte al via libera di Matteo Salvini e Giorgia Meloni non può sbarrare la strada ad un’allargamento dell’alleanza in Umbria anche a Toti. Cosa che anche i vertici locali di Forza Italia dovrebbero a quel punto accettare, nonostante i rapporti tesi con Laffranco (che con Progetto Perugia ha già tolto nomi e voti agli azzurri) e con l’ex coordinatore spoletino Tracchegiani.
Ed al di là delle parole di Berlusconi, in casa Forza Italia guardano con preoccupazione ad un’operazione che rischia di togliere ancora voti. Secondo il sondaggio effettuato da Swg per La7, a livello nazionale Cambiamo! è accreditata di un 2,3%. Togliendo un punto percentuale a Forza Italia, che scenderebbe al minimo storico del 5,2%. Lontano dalla Lega (in lieve calo, ma al 33,4%) ed alla rampante Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, sempre più seconda gamba del centrodestra a trazione sovranista con il 7,2%.
Toti in queste settimane ha sempre detto di aver avuto rassicurazioni da Salvini. E sulla base di questo ha manifestato il proprio sostegno alla candidata presidente per il centrodestra in Umbria, Donatella Tesei. Così come hanno fatto i suoi referenti locali, Laffranco e Tracchegiani.
“E’ l’inizio di un percorso che vogliamo sempre più largo e coinvolgente” ha detto Matteo Salvini a proposito della presenza di Toti sul palco romano insieme a Giorgia Meloni.
Del resto Matteo Salvini le elezioni in Umbria vuole vincerle a tutti i costi. Da qui al 27 ottobre il Capitano, come lo chiamano i suoi, avrà praticamente l’Umbria come sua seconda casa. Già mercoledì 11 sarà prima a Spello, al forno Serenelli (ore 17), quindi la sera a Foligno alla taverna del rione La Mora per una serata quintanara. E la mattinata dopo ad Orvieto, dove alle 12 parlerà in piazza del Popolo. E ancora, prossimamente sarà nella zona del Trasimeno, nell’Alto Tevere da dove la Lega ha lanciato l’opa sull’Umbria, ancora nel Ternano, ad Assisi e Bastia Umbra.
Se già prima Salvini si era posto l’obiettivo di “salvare l’Umbria rossa”, ora è diventato un imperativo vincere il primo confronto elettorale dopo la nascita del governo giallorosso, pur in una piccola regione.
Ma oltre alla delusione per quanto accaduto a livello nazionale, la Lega a questa latitudini vive anche delle fibrillazioni dei territori. Normale, per un partito che fino a pochi anni fa raccoglieva solo pochi punti percentuali e che alle europee, appena quattro mesi fa, ha superato il 38%. Un risultato raggiunto grazie al traino di Salvini (effetto la cui tenuta è ora da verificare), ma anche all’apporto di chi proviene da altre formazioni politiche. Coloro che adesso si aspettano un riconoscimento immediato, passando però davanti a quanti militano da anni nel partito che era del “Nord”. Ed allora, dopo il caso di Terni, ecco emergere malumori a Todi, a Spoleto, a Bastia Umbra, a Città di Castello. Ranghi che devono essere serrati, senza liti per posti a Palazzo Cesaroni che devono ancora essere conquistati.