Com’era prevedibile, l’investitura fatta dal leader della Lega Matteo Salvini a Donatella Tesei “futuro presidente dell’Umbria” non è piaciuta agli alleati del centrodestra. Il nome di Tesei quale possibile candidata del centrodestra alle regionali circola praticamente da un anno, da quando è stata eletta senatrice. Solo che, sino al 2020, di tempo ce n’era. Ora però, le dimissioni di Catiuscia Marini, se saranno confermate in Assemblea regionale come l’ex governatrice ha più volte detto, porteranno gli umbria al voto a breve, il prossimo ottobre.
E Salvini, mercoledì, dal palco di Perugia, di fronte ai leghisti galvanizzati per celebrare “la liberazione dell’Umbria” ha fatto lo scatto in avanti.
Salvini a Perugia, il video
Che non è piaciuto ai leader di Fratelli d’Italia e di Forza Italia.
“Il presidente lo decideremo insieme come abbiamo fatto vincendo in Friuli-Venezia Giulia, Molise, Abruzzo, Sardegna e Basilicata” commenta Giorgia Meloni. Aggiungendo: “Bene che Salvini abbia fatto la sua proposta. È ovviamente di qualità, come di qualità sono le nostre proposte per l’Umbria, la Calabria e l’Emilia-Romagna. Noi i nomi li abbiamo pronti per guidare la coalizione. Non faremo però l’errore di dividerci per fare a gara a chi spara prima e più forte un nome“.
Dello stesso tenore le parole del vice presidente di Forza Italia, Antonio Tajani: “Il candidato o la candidata presidente della Regione in Umbria per il centrodestra lo decideremo insieme. Bisogna cambiare sistema, non solo i nomi” dice all’Ansa subito dopo le parole di Salvini. Non respinge, ovviamente, il nome della Tesei. “La proposta della Lega è sul tavolo – si limita a dire – Forza Italia presenterà la sua in tempi rapidi. Insieme decideremo poi quale sarà la migliore per la presidenza della Regione Umbria“.
E però ricorda il “modello Perugia“, con Andrea Romizi che è “uno dei migliori sindaci d’Italia“.
Quindi, come Giorgia Meloni, Antonio Tajani dice: “Come abbiamo individuato lui, Forza Italia proporrà al Tavolo del centro destra una figura di altissimo profilo. Le decisioni non si prendono in piazza, ma dopo una attenta riflessione fra alleati. Cosi come è accaduto per Piemonte, Basilicata, Sardegna, Abruzzo, Molise, Friuli e Trentino Alto Adige“.