Dispiacere per la non riapertura del punto nascita di Spoleto, ma generale apprezzamento per il progetto del terzo polo ospedaliero presentato pubblicamente venerdì. Così il sindaco Andrea Sisti commenta quello che sarà il futuro dell’ospedale San Matteo degli Infermi. Un progetto che gli era stato anticipato il giorno precedente.
“La prima notizia che mi sento di dare – è il commento del primo cittadino – riguarda l’unità che la città di Spoleto ha saputo esprimere sul tema della sanità e dell’ospedale. All’incontro che abbiamo avuto giovedì con la Presidente Donatella Tesei, l’assessore Luca Coletto e il direttore generale Massimo De Fino, erano presenti il Presidente del Consiglio comunale Marco Trippetti ed i vicepresidenti Maura Coltorti e Sergio Grifoni, segno di una unità di intenti in grado di superare le appartenenze politiche e di agire solo nell’interesse della città”.
“Il progetto – prosegue il sindaco Sisti – fissa alcuni punti che sono stati elemento centrale non solo della delibera votata all’unanimità dal Consiglio comunale lo scorso dicembre, ma anche il fulcro del lavoro svolto in questi mesi dalla commissione tecnica dove Spoleto è stata ottimamente rappresentata dal Presidente Trippetti. Innanzitutto il nostro nosocomio continuerà ad essere sede di DEA di I livello, con il ripristino del reparto di cardiologia h24, l’ampliamento del Pronto Soccorso e l’istituzione di sei posti di semi-intensiva, della medicina d’urgenza e l’Osservazione Breve Intensiva (OBI) pediatrica. L’acceleratore lineare, che verrà sostituito con un nuovo apparecchio di ultima generazione entro marzo 2023, verrà impiegato per 12 ore giornaliere rispetto alle 6 attuali.
Questa proposta di integrazione, che la Giunta regionale delibererà nei prossimi giorni per poi richiedere l’autorizzazione al Ministero della Salute, prevede per Spoleto la conferma della struttura complessa di chirurgia, l’utilizzo del robot a servizio non solo del San Matteo degli Infermi, ma dell’intera Usl, la degenza per ginecologia, il servizio di riabilitazione nuovamente all’interno dell’ospedale ed il collegamento con il reparto di ortopedia. Sono previsti anche 20 posti letto per l’ospedale di comunità, che verrà ospitato nella nostra struttura ospedaliera”.
“Questi in estrema sintesi – osserva Sisti – gli aspetti principali. Si tratta di un progetto che ribatte con gran parte delle richieste che erano state avanzate dal Consiglio comunale e che abbiamo sostenuto in sede di commissione tecnica. Adesso monitoreremo gli step che verranno effettuati da qui in avanti, a partire dall’autorizzazione ministeriale, perché quello che ci interessa è vedere la piena operatività di questa integrazione.
È chiaro che di fronte a tutto questo non posso nascondere il dispiacere per la non riapertura del punto nascite, resa impossibile dal diniego ricevuto dal Ministero della Salute che non ha concesso la deroga come da noi auspicato e ribadito in ogni occasione di confronto. Si tratta senza dubbio di una nota dolente, per noi e per il personale medico-sanitario che ha garantito per anni il servizio nel nostro ospedale e a diretto contatto con le famiglie dello spoletino”.
Di seguito la ripartizione dei servizi ospedalieri dettagliata all’interno del terzo polo sanitario.
Sul progetto del terzo polo sanitario intervengono anche i pentastellati cittadini, che si dicono scettici sul ruolo di Spoleto. Di seguito la nota.
“Come MoVimento 5 Stelle di Spoleto è nostro intento studiare a fondo l’intero progetto, dando la nostra massima attenzione sulle sorti dell’ospedale San Matteo degli infermi che negli ultimi anni, in particolare dopo la scellerata scelta di conversione a ospedale Covid, ha subito un veloce e progressivo impoverimento di servizi. Come testimoniato dal Presidente del Consiglio Comunale di Spoleto, il Dott. Trippetti, il Sindaco e l’intero ufficio di presidenza durante l’incontro di giovedì hanno portato avanti le istanze presentate nella mozione unitaria approvata il 22 dicembre dello scorso anno, completa di vari punti al fine di far tornare all’ospedale i servizi garantiti prima dell’inverno 2020. Il nuovo piano presentato dalla Regione garantirebbe la realizzazione dell’80% delle proposte provenienti da quel documento, che ricordiamo essere frutto di un lavoro corale e completo di tutto l’arco politico cittadino, tra i quali, in particolare, il mantenimento dello standard ospedaliero e il ripristino di una cardiologia H24.
Sembrano lontane quindi le promesse della Presidente Tesei che aveva affermato di portare il San Matteo, dopo la chiusura forzata per emergenza Covid, a livelli addirittura migliori rispetto a prima. Così come sembrano svaniti gli intenti dove, già prima della pandemia, la destra regionale avrebbe dovuto ridare dignità a un sistema macchiato dallo scandalo Sanitopoli. Come è altrettanto accantonato l’impegno preso, sempre dalla Giunta Regionale a gennaio durante l’approvazione del DEFR (Documento di Economia e Finanza Regionale) su emendamento proposto dal nostro Consigliere Regionale Thomas De Luca, ossia quello di ripristinare il punto nascita entro giugno 2022. Parole e promesse vane, vista anche la conferma della chiusura del nostro punto nascita. Il Ministero della Sanità, ora guidato dalla stessa destra dell’amministrazione regionale, ha infatti messo un punto definitivo sulla questione. Non regge quindi neanche più il rimpallo politico di responsabilità su questo frangente.
Questa per Spoleto è la sconfitta di una battaglia che ha unito tutta la cittadinanza. Un’altra foglia di carciofo che viene gettata, come qualcuno direbbe. Non possiamo che essere delusi e arrabbiati, aggrappati solo a remote e nebbiose speranze per il futuro. Le modalità di questa destra regionale ormai le conosciamo bene. Un mix di dichiarazioni e promesse che a distanza di anni sono paragonabili a dei contenitori vuoti. E se buona parte dei punti della mozione unitaria di Spoleto sono stati recepiti nel piano Tesei-Coletto, ad oggi non ci è possibile fidarci. Noi portavoce, insieme agli attivisti del MoVimento 5 Stelle di Spoleto, vigileremo senza sosta affinché il piano regionale porti beneficio a tutta la nostra comunità, servizi utili nel nostro nosocomio, tralasciando l’aspetto dei campanilismi superficiali e dando piena attuazione su quanto sancito all’articolo 32 della costituzione: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività […].”.
(articolo in aggiornamento)