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Terrorismo internazionale, da Perugia blitz contro cellula italiana. Dieci arrestati: tre domiciliati in Umbria. Legami con il caso Adinolfi – AGGIORNAMENTI

S. M.

Aggiornamenti ore 13.30 – Dieci arresti e oltre 40 perquisizioni in tutta Italia nell’ambito dell’operazione “Ardire” partita dalla Procura della Repubblica di Perugia, che la scorsa notte ha portato all’esecuzione delle ordinanze di custodia cautelare per quanti ritenuti responsabili di attentati eseguiti sia in Italia che all’estero, in un’ondata terroristica che ha avuto inizio nel 2009. L’operazione ha permesso così di individuare i vertici del più pericoloso gruppo anarco-insurrezionalista attivo in Italia e all’estero, ossia la FAI/FRI (Federazione anarchica informale/Fronte Rivoluzionario Internazionale).
Tra gli arrestati tre domiciliati in Umbria: Alessandro Settepani, 26 anni, originario di Terni ma residente nel perugino; Paola Francesca Iozzi, 31 anni, marchigiana domiciliata a Perugia; e Giulia Marziale, 34 anni, abruzzese domiciliata a Terni. Proprio presso il domicilio di quest’ultima è stato sequestrato materiale per il confezionamento di ordigni.
Gli altri finiti in manette sono: Gabriele Fosco Stefano, 50 anni, abruzzese residente in Toscana; la sua compagna Elisa Di Bernardo, 36 anni, toscana; Sergio Maria Stefani, 30 anni, romano; Katia Di Stefano, 29 anni, toscana residente a Roma; Giuseppe Lo Turco, 23 anni, di Catania ma residente a Genova. I due detenuti all’estero sono lo spagnolo Gabriel Pombo Da Silva, 44 anni, in carcere in Germania; e lo svizzero Marco Camenisch, 60 anni, detenuto in un penitenziario elvetico.

Le accuse – Gli arrestati dovranno rispondere del reato di associazione con finalità di terrorismo e di eversione per aver costituito e diretto la Fai/Fri. Secondo l’accusa questo gruppo avrebbe ideato e organizzato 5 atti terroristici: il 15.12.2009 (plico esplosivo presso il C.I.E. di Gradisca d’ Isonzo; il 16.12.2009 ordigno all’Università Bocconi di Miliano; e gli attentati dinamitardi del 7, 9, 12 Dicembre 2011 alla Deutsche Bank di Francoforte, all’Equitalia di Roma e all’ambasciata greca di Parigi).
L’indagine ha preso origine da un’attività del Ros con la Procura di Perugia che aveva portato all’arresto degli stessi Stefani e Settepani per l’attentato alla line ferroviaria Orte-Falconara nel 2009.

Legami con il caso Adinolfi e Ansaldo- L’operazione, ha rivelato il generale Giampaolo Ganzer, comandante del Ros, ha fatto emergere che ci sono “più generazioni accomunate da un progetto insurrezionale contro le istituzioni”. Il gruppo di anarco-insurrezionalisti arrestati avrebbe anche collegamenti con chi ha rivendicato l’agguato ad Adinolfi. Il generale Ganzer ha spiegato che “la matrice dell’attentato Ansaldo è la stessa”. Tra i sei cittadini indagati ci sarebbe anche quella Olga cui era dedicato il volantino che ha rivendicato l’attentato contro Adinolfi. Ganzer ha parlato anche di “provata saldatura con i movimenti anarchici greci”. E ha spiegato che il gruppo era pronto a utilizzare “sia bombe sia armi da fuoco” per attentati “con ordigni e azioni dirette con armi da fuoco”.

Ore 9.20 – Il gip del Tribunale di Perugia ha emesso, su richiesta della locale Procura della Repubblica, otto ordinanze di custodia cautelare, di cui due all'estero, in merito all'indagine riguardante i più recenti attentati contro le istituzioni perpetrati con l'utilizzo di pacchi bomba. Si tratta di episodi come gli attentati alla Bocconi nel 2009, al direttore generale di Equitalia a Roma, alla Deutsche Bank di Francofirte, al Cie di Gradisca d'Isonzo e all'Ambasciata greca a Parigi. In tutto sono dieci gli arresti effettuati durante un'operazione del Ros contro persone legate alla Federazione anarchica informale (Fai) e al Fronte rivoluzionario internazionale (Fri). Ventiquattro persone sono attualmente indagate, mentre quaranta le perquisizioni effettuate in tutta Italia. L'accusa è di terrorismo con finalità internazionali, regolamentata dall'articolo 270 bis del codice penale.

Implicati anche due anarchici incarcerati in Svizzera e Germania, che avrebbero organizzato gli attentati con l'aiuto di complici in Italia, arrivando a impartire indicazioni sui tempi e sulle sigle da utilizzare.