Nella notte è scattato un blitz antiterrorismo della Polizia di Stato di Brescia, in collaborazione con la Polizia kosovara. Quattro gli arresti mentre sono in corso perquisizioni in Italia e in Kosovo. A carico dei 4 fermati, tutti cittadini cittadini kosovari, pesanti accuse per reati di «apologia al terrorismo» e «istigazione all’odio razziale». Per gli inquirenti l’operazione, denominata Van Damme, “ha permesso di disarticolare una compagine terroristica che, anche attraverso l’uso dei social network, propagandava l’ideologia jihadista”.
La mente del gruppo, che aveva vissuto anche in Italia, è stato arrestato in Kosovo dalle autorità locali, mentre gli altri tre sono stati arrestati in Italia, dove vivevano da tempo. Come detto sono in corso perquisizioni a Brescia, Vicenza e Perugia. Il blitz è scattato dopo una lunga indagine. Come spesso accade per queste cellule indipendenti e fuori controllo i 4 sul web si mostravano con armi e atteggiamenti tipici dei combattenti dello Stato Islamico.
Le indagini sono scattate nel 2014 una volta scoperto su Facebook il gruppo “con te o senza di te il Califfato è ritornato“. I dettagli dell’operazionesono stati spiegati dal dirigente della Digos della questura di Brescia, Giovanni De Stavola, durante la conferenza stampa di questa mattina in procura a Brescia. A questo gruppo su facebook aveva aderito anche la presunta “mente”. Il gruppo faceva propaganda “ascrivibile al Daesh verso internauti provenienti dal quadrante balcanico e residenti in Italia“. Come detto, l’operazione che questa mattina all’alba ha portato al fermo dei quattro kosovari, uno in Kosovo e tre in Italia, è stata chiamata ‘Van Damme’, proprio prendendo spunto da uno dei messaggi lasciati dal gruppo. “Questo nome l’abbiamo scelto – ha spiegato il direttore della Digos, Giovanni De Stavola – partendo da un messaggio che mostrava delle immagini cruente e le commentava con la scritta ‘non siamo nè Rambo nè Van Damme, ma facciamo fatti veri’. E anche noi facciamo fatti veri”. L’operazione di questa mattina si è avvalsa anche della Digos di Vicenza, Savona e Perugia per eseguire quattro perquisizioni personali e domiciliari.