Inneggiava all’Isis su Facebook; pronunciava prediche estremiste nelle moschee di Perugia e Corciano; era riuscito a convertire al suo ‘credo’ anche due giovani cittadini di origine tunisina. Per questo, e con l’accusa di terrorismo, un uomo di 52 anni, di origine marocchina, residente a Perugia dove aveva ricoperto il ruolo di Imam, è stato espulso, nelle ultime ore, su provvedimento del ministro dell’Interno, Marco Minniti. La decisione è stata presa “per motivi di sicurezza“, come comunicato da una nota dello stesso Ministero.
L’uomo è stato ricondotto in Marocco con un volo in partenza da Roma Fiumicino scortato dagli agenti italiani. Si tratta, comunica il Viminale, del 64esimo rimpatrio dall’inizio del 2017, mentre sono 196 le persone espulse per estremismo religioso dal 2015 ad oggi in tutta Italia.
Le indagini, condotte dalla polizia e dagli agenti della Digos di Perugia, duravano ormai da tempo. L’uomo aveva manifestato un’importante impostazione salafita, una forte vicinanza e contatti piuttosto stretti con l’Islam radicale, che gli erano valse, l’allontanamento dal Centro Culturale Islamico dove era Imam.
Non solo: il 52enne aveva preso contatti con persone già coinvolte in indagini per terrorismo, tra i quali compaiono anche l’ex imam della moschea di Ponte Felcino, già arrestato nel 2007 e poi condannato per reati di terrorismo internazionale. L’uomo aveva inoltre fatto propaganda terroristica su due persone, entrambi di origine tunisina, poi espulsi nel 2015 e nel maggio 2017, anche loro per motivi di sicurezza.
Inoltre, conclude la nota del Viminale, “lo straniero continuava a svolgere lezioni coraniche e prediche ultraradicali presso il luogo di culto Assalam di Corciano, mentre sul suo profilo Facebook sono emersi post con i quali condivideva inequivocabilmente l’ideologia e i metodi del Daesh”.
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