Otto terreni agricoli, per una superficie totale di oltre 180 ettari ed un costo a base d’asta che supera i 2 milioni di euro (esattamente, 2 milioni 060 mila 458 euro). Sono i terreni in Umbria messi in vendita dall’Ismea (l’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare), con la procedura che si chiuderà entro la mezzanotte del prossimo 3 febbraio.
Entro tale data gli acquirenti interessati (persone fisiche o imprese agricole), devono presentare la manifestazione d’interesse e la relativa offerta attraverso il sito www.ismea.it, registrandosi per poter accedere alla Banca nazionale delle terre agricole, dove si può ricercare il terreno da acquistare attraverso la localizzazione geografica, la superficie ed il prezzo a base d’asta. Possono essere presentate anche più manifestazioni d’interesse per più terreni, depositando una cauzione pari al 10% del valore a base d’asta.
I terreni per i quali non saranno pervenute manifestazioni d’interesse possono essere messi all’asta per altre due volte, con un prezzo base che non può essere abbassato di più di un quarto rispetto al valore indicato nell’avviso precedente.
Nell’elenco dei terreni in vendita, a seguito di operazioni fondiarie Ismea, anche se non inseriti nell’elenco le cui offerte scadono il 3 febbraio, compaiono altri tre terreni in Umbria, tutti in provincia di Perugia.
L’agevolazione prevista per le imprese agricole costituite da giovani è una rateizzazione del pagamento del prezzo del terreno che può essere spalmato in 30 anni. Proprio l’agricoltura, quella di qualità, può offrire opportunità occupazionali (+23% gli occupati nel settore in Umbria nel secondo trimestre del 2017), soprattutto per i giovani.
Tuttavia, come si vede dai prezzi a base d’asta, vista anche la scelta di non frazionare ulteriormente i pezzi in vendita in lotti più piccoli, l’investimento per il solo terreno risulta consistente. L’agricoltura è però uno dei settori ai quali, in Umbria, le banche concedono fiducia: a giugno dello scorso anno i prestiti al settore ammontavano a 951 milioni di euro, con un incremento di quasi l’1% rispetto alla fine dell’anno precedente.