Terremoto

Terremoto, a un anno dal 30 ottobre 2016 il punto di vista dei volontari

Più di qualcuno in alcuni settori della politica, ma anche tra i comuni cittadini, sostiene che il ripetersi delle iniziative in ricordo del terremoto del settembre 1997, quello del 24 agosto e del 30 ottobre dello scorso 2016, siano un modo per far passare in secondo piano difficoltà e ritardi sulla fase dell’emergenza e dell’avvio della ricostruzione. Chi sostiene questo forse non si rende conto della portata dei danni subiti e della complessità di intervenire in un territorio geograficamente complicato come il nostro. Si pensi solo alla difficoltà di reperire le aree per le casette prefabbricate, o alla definizione delle aree dove portare e selezionare le macerie.

Fin dal mese di marzo 2017 gran parte della popolazione colpita dal sisma ha alloggi prefabbricati, moduli collettivi o è ospitata in alberghi o in autonoma sistemazione.

Tuttavia non si può non sottolineare come procedure burocratiche, sovrapposizione di competenze, vincoli e norme stiano rallentando i processi di necessari ad una rapida ripresa della ricostruzione.

L’Umbria con la scossa dello scorso 30 ottobre ha subito danni rilevanti, le case sono cadute, i monumenti sono stati duramente colpiti, ma non ha avuto vittime, ha così potuto verificare che gli interventi di ricostruzione del terremoto del 1997 sono stati efficaci, le case non sono crollate grazie a lavori effettuati con criteri all’ epoca ritenuti all’avanguardia. Oggi la nuova sfida è ricostruire bene ed in tempi accettabili, con tecniche di adeguamento o miglioramento sismico ancor più avanzati. L’Umbria in questo senso rappresenta un modello, per capacità legislativa e per norme tecniche antisismiche sulla ricostruzione. 

Come Volontari di Protezione Civile abbiamo toccato con mano invece le difficoltà nella gestione dell’emergenza. Anche qui sia chiaro la scossa del 30 ottobre ha pesato e gravato su un sistema di protezione civile già pesantemente impegnato nella prima emergenza del 24 agosto. Vorremmo ripartire da qui, sottolineando come il volontariato di Protezione Civile Umbro abbia messo in campo coordinato dal Servizio di Protezione Civile Regionale tutte la sua forza oltre 2550 volontari e 85 organizzazioni e Gruppi Comunali. Per lunghi 8 mesi i volontari hanno sostenuto le popolazioni, cito solo i campi più grandi, Norcia, San Pellegrino, Preci, Cascia, fornendo pasti con le strutture mensa, montato e smontato tendopoli, dando il loro supporto operativo alla struttura regionale, presenza nei C.O.C., ecc.

Il Volontariato è stata la vera spina dorsale del sistema Umbro. Per questo insistiamo sul fatto che questo patrimonio umano e professionale debba avere ancora più forza in un quadro di rapporto istituzionale che permetta di inserire la Consulta Regionale dentro i livelli decisionali del sistema.

Per questo rivendichiamo una nuova legge Regionale sul Volontariato di protezione civile, investimenti sulla formazione, ma, soprattutto la costruzione di una vera e propria colonna mobile regionale, fornendo mezzi ed attrezzature. La Regione Umbria ha questo grande patrimonio che affiancato al Servizio Regionale può diventare anch’esso un modello nazionale.

La presidente Catiuscia Marini ha dimostrato attenzione a queste nostre proposte vorremmo che in occasione delle manifestazioni dei prossimi giorni si parlasse anche di questo. Noi lo faremo.

La gente Umbra, sa, che i volontari di Protezione Civile ci sono e ci saranno sempre: i primi ad arrivare, gli ultimi ad andare via, con la sensibilità e l’umanità che li contraddistingue da sempre.

Giuliano Santelli

Presidente della Consulta Regionale del Volontariato di Protezione Civile

Foto repertorio TO