Oltre 3000 tonnellate di rifiuti speciali classificati ad arte come imballaggi misti, in realtà di differente composizione e anche potenzialmente pericolosa sarebbero stati ricevuti dall’impianto intermedio, dove, con un finto cambio codice, sarebbero finiti nella discarica di Borgogiglione. Lo scrive il quotidiano La Nazione riportando stralci del provvedimento di sequestro probatorio con cui ha disposto l’acquisizione di tutti i registri di carico e scarico di degli stabilimenti di Ponte Rio, Borgogiglione, Pietramelina e dell’impianto intermedio del privato di Assisi.
Quattordici, ricordiamo, gli iscritti al registro degli indagati nell’inchiesta sui rifiuti coordinata dal pm della procura distrettuale antimafia Valentina Manuali.
Dall’insieme degli accertamenti si può ipotizzare – secondo quanto scritto dal pm – che di concerto con Gesenu, Tsa e un laboratorio di analisi compiacente si sia pianificata una complessa attività di gestione illecita di ingenti quantità di rifiuti classificati come imballaggi misti che di fatto appartengono ad altre tipologie non recuperabili. “In realtà è stata simulata un’attività di recupero di rifiuti”. Da qui si genera il sospetto che fin dal primo momento era circolato, e cioè che gli imballaggi misti venissero trasformati in rifiuti 191212 (un codice generico) e poi inviati a Borgogiglione dove, in appena 45 giorni ne vennero smaltiti 141,12 tonnellate. Il prodotto conferito nel triennio 2012-2104 in 2.400 tonnellate.