“Una punizione divina per l’Italia”. Così il vice ministro della Cooperazione regionale di Israele, Ayooub Kara, del partito del premier Benyamin Netanyahu, il Likud, ha definito il terremoto in Italia. La punizione, nelle parole di Kara, si sarebbe abbattuta sul nostro paese per via dell’astensione alla votazione dell’Unesco sulla Città Vecchia di Gerusalemme. Un fatto, avvenuto ieri 28 ottobre, che per Israele è da considerarsi “gravissimo”, tanto da negare i legami millenari di Israele con l’ebraismo.
Il viceministro Kara, in questi giorni in visita a Roma in Vaticano, ha scatenato con le sue parole una bufera, tanto che immediata è stata la reazione delle diverse forze politiche italiane e israeliane. Frasi fuori posto quelle di Kara, che ha poi chiesto scusa. “Condanniamo le parole del viceministro Ayoub Kara. Sono inappropriate e non dovevano essere pronunciate. Il viceministro si è scusato per questo e ci associamo a queste scuse“. A parlare è direttamente il portavoce del ministero degli affari esteri israeliano Emmanuel Nahshon. Il premier Benyamin Netanyahu affronterà l’argomento direttamente con Kara al più presto possibile. La polemica sulla votazione Unesco e sulla città di Gerusalemme sembra dunque non essersi sopita, proprio alla vigilia della visita del presidente della Repubblica Sergio Mattarella nella regione.
Kara ha raccontato di aver avvertito proprio mentre si trovava in Vaticano la scossa che ha messo in ginocchio per la seconda volta l’Italia centrale. “Passare attraverso un terremoto non è stata la più piacevole delle esperienze, ma – ha detto Kara secondo quanto riferito dal sito Ynet – abbiamo avuto fiducia che la Santa Sede ci avrebbe tenuto al riparo. Sono certo che il terremoto – ha affermato – sia avvenuto a causa della decisione Unesco, che il Papa ha fortemente disapprovato”.
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